“Mio padre di 87 anni: 26 ore al Pronto Soccorso“

Ancora un racconto di allucinanti attese per un posto letto in reparto “Ha diritto a dignità e cura“

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Un antro di inferno. Per un signore di 87 anni, 26 ore sulla barella del Pronto soccorso del San Luca non possono essere raccontate diversamente. “Non c’era posto per ricoverarlo in medicina e non si capiva cosa avesse – racconta sua figlia –: forse un’ischemia, forse un ictus, certamente era in corso un’infezione. Eppure per 26 ore è rimasto lì, sulla barella del pronto soccorso. A un certo punto non ne ho potuto più, mi sono arrabbiata, e così l’hanno mandato in Obi“.

“Sono stata io a accorgermi che tremava, che dalla cannula della flebo nel braccio perdeva sangue. Senza mangiare nè bere, ho chiesto che almeno gli pulissero la bocca. Mi chiedo se nessuno si rende conto che una persona anziana ha diritto alla dignità, alla cura, all’assistenza. Non si può vedere una sfilata di assistiti in barella, in attesa di esiti o di un letto che si libera in reparto. Un anziano che si è speso una vita per gli altri e che non ha le forze per potersi difendere, non è per questo un vecchio che deve morire“. Il paziente, dopo la prolungata attesa al pronto soccorso, è finalmente approdato in reparto.