ALTOPASCIO
Vent’anni dopo. Dopo due decenni ritornano le centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria ad Altopascio. Negli anni Duemila l’Arpat le posizionò nei pressi del passaggio a livello sulla via Romea: un punto, fino all’intersezione con viale Europa e con la Bientinese, in cui transitavano circa 25 mila veicoli al giorno. All’epoca numeri superiori alla Fi-Pi-Li. C’è inoltre da considerare che la Piana di Lucca è maglia nera in Toscana per la presenza delle polveri sottili. Così vari Comuni si stanno organizzando. Si è partiti con Altopascio. È in corso l’installazione, da parte del Cnr, di 4 centraline della qualità dell’aria che andranno a leggere in tempo reale i dati relativi a polveri sottili Pm10 e Pm2.5, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio, Co2. Le prime due, già installate, sono state posizionate nelle piazze Vittorio Emanuele e del Porto (rispettivamente area residenziale e di grande traffico).
Le prossime due, invece, sono previste nella zona industriale di Altopascio e al cimitero di Badia Pozzeveri, quest’ultima identificata come area rurale. Il progetto, finanziato per 180mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, prevede, nella prima fase, l’installazione di una rete di monitoraggio, per individuare i principali inquinanti atmosferici, sull’intero comprensorio per un totale di 16 centraline (4 per ogni comune aderente: Lucca, Porcari, Capannori e Altopascio). I dati raccolti verranno poi utilizzati per la definizione di strategie di mitigazione attraverso l’utilizzo di piante e alberi più adatti a… mangiare l’inquinamento.
"Un problema che merita attenzione e nuovi strumenti per risolverlo - spiegano il sindaco, Sara D’Ambrosio e l’assessore all’ambiente Daniel Toci - per questo si è scelto una azione integrata. In attesa del sottopasso (per il quale deve esprimersi il Consiglio superiore dei lavori pubblici), ci sono i fondi per il progetto sul completamento della circonvallazione, gli interventi per la forestazione del territorio, gli incentivi per sostituire gli impianti di riscaldamento e per acquistare biotrituratori. Nel progetto sono coinvolti il Dipartimento di Biologia (capofila) e quello di Scienze e Tecnologie agrarie dell’Università di Firenze, che conduce le analisi sulla vegetazione, il CNR, che fornisce le centraline ed esegue, insieme con Arpat e il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa.
Massimo Stefanini