Capannori (Lucca), 9 gennaio 2025 – Clamorosa svolta nel caso della morte di Kaja Artan, conosciuto da tutti come Tony, imprenditore albanese terzista. C’è un fermo dei carabinieri per la fine dell’uomo, trovato morto in una cartiera.
L’uomo era stato trovato cadavere nella serata del 7 gennaio. All’inizio si era pensato a un malore ma diverse cose non coincidevano. Dopo una serie di verifiche è scattato il fermo per un uomo sospettato di essere l’autore materiale dell’omicidio.
Una morte, quella di Artan, che era molto noto a Lunata, che ha segnato profondamente la frazione di Capannori. Ma adesso questo sviluppo delle indagini lascia tutti senza parole. Anche la famiglia, sconvolta dopo la notizia, arrivata appunto nella serata di martedì, della morte dell’imprenditore.
A trovare il corpo era stata la moglie. Non vedendolo arrivare a casa, era andato a cercarlo nella ditta in cui lavorava. L’uomo lascia la consorte e due figli. Artan era un piccolo imprenditore: la sua ditta si occupava di movimentazione merci. Questi i servizi che forniva alla ditta Smurfit Kappa, dove appunto è stato ritrovato.
L'indagato è un autotrasportatore albanese che, sempre secondo fonti della procura, è stato ascoltato nella giornata di giovedì, assistito da un avvocato di fiducia e sarà sentito nuovamente nella giornata di venerdì.
Il suo racconto finora sarebbe apparso confuso e richiede chiarimenti. La vittima, Artan Kaja, aveva una ferita alla testa che per il medico legale, a una prima ispezione cadaverica, appariva compatibile con una caduta dall'alto. Ma ora emerge la possibilità che sia invece stato colpito da uno sparo di arma da fuoco. L'arma al momento non è stata trovata.