TERESA SCARCELLA
Cronaca

Tre medici a processo: muore dopo il ricovero. Per la famiglia è colpa del ritardo nelle visite

Secondo l’accusa sarebbe trascorso troppo tempo dall’accesso in pronto soccorso a quando l’uomo è stato preso in cura

Un ospedale (foto repertorio)

Lucca, 12 luglio 2023 – Sono accusati di omicidio per colpa medica, due medici del pronto soccorso e un radiologo dell’ospedale San Luca, per la morte di un paziente di 88 anni. Il procedimento giudiziario a loro carico è iniziato lunedì, di fronte al gup.

L’udienza preliminare è stata rinviata in seguito alla richiesta, presentata dalla moglie e dal figlio dell’ultra ottantenne (entrambi parti civili all’interno del procedimento) di citazione della responsabile civile, ovvero l’Azienda Usl Toscana nord ovest. Si tornerà in aula nel mese di ottobre.

Nel frattempo la Procura, che subito dopo la denuncia della famiglia della vittima aveva avviato le indagini con conseguente sequestro delle relazioni mediche e della cartella clinica, ha provveduto a fornire la propria consulenza medica, elaborata dagli esperti incaricati, proprio sulla base di tali documenti.

Secondo quanto sostiene l’accusa ci sarebbe stato un ritardo nelle visite mediche che avrebbe aggravato ulteriormente le condizioni dell’uomo, poi morto a distanza di qualche settimana.

I fatti risalgono al 2020 e la ricostruzione che viene fatta dall’accusa è la seguente. Il 16 ottobre di quell’anno l’anziano signore arriva al pronto soccorso del San Luca lamentando un dolore addominale, qui viene qualificato come “urgenza differibile“, che secondo i codici del pronto soccorso prevede l’ingresso o rivalutazione del paziente entro 60 minuti. L’ora, però, sarebbe passata senza che all’uomo venisse effettuata neppure un’ecografia addominale.

La prima visita medica sarebbe infatti avvenuta dopo tre ore dall’accesso in pronto soccorso, seguita poi da una prima ecografia addominale. La lunga attesa avrebbe comportato anche un ritardo nella diagnosi e questo, secondo l’accusa, sarebbe stato fatale per l’uomo. Al paziente sarebbe stato riscontrato un aneurisma dell’aorta addominale, quando le sue condizioni si erano ormai aggravate.

A quel punto sarebbe stato trasferito all’ospedale Cisanello di Pisa, ma solo dopo dodici ore. Lì, i medici che lo hanno preso in cura sarebbero riusciti a tamponare il problema dell’aneurisma, ma a quel punto sarebbero sorte gravi complicazioni che non gli avrebbero lasciato scampo. Sarebbe stata una necrosi intestinale, infatti, a provocargli un infarto addominale e tutta una serie di conseguenze che dopo ne hanno comportato il decesso, avvenuto poco dopo, il 4 novembre dello stesso anno.

Una nuova udienza preliminare è stata fissata per il 2 di ottobre. È probabile che qualcuno dei tre imputati chieda il rito alternativo. Di certo è che le difese dei medici provvederanno ad elaborare una propria consulenza sulla ricostruzione del quadro clinico e di quelli che sono stati i vari passaggi, cercando di confutare l’ipotesi della responsabilità medica. Si prevede, quindi, una lunga battaglia a colpi di perizie.

Teresa Scarcella