Lucca, 12 febbraio 2021 - Dopo l’esame autoptico si attende il nulla osta per il funerale. Se arriverà nelle prossime ore, è stato ipotizzata sabato come giornata per le esequie. Cordoglio a Spianate per la scomparsa di Pasquale Castiglia, 67 anni originario della Sicilia ma da molti anni a Pistoia, dove ha insegnato all’Iti, prima di trasferirsi a Spianate, frazione di Altopascio, in via Moroni.
L’architetto è deceduto domenica mattina all’ospedale San Luca, dove era entrato, a causa del Covid, il 21 gennaio. A tributargli l’ultimo saluto, sempre rispettando le normative per il contenimento della diffusione del coronavirus, arriveranno in tanti, compresi ex colleghi e studenti dell’Iti di Pistoia dove aveva insegnato per decenni, prima della pensione. Ci saranno anche i compagni della scuola di ballo che frequentava con la compagna, Silvia Spadoni.
Riguardo al decesso dell’architetto la stessa compagna ha presentato un dettagliato esposto ai carabinieri con il quale chiede di conoscere le ragioni della morte di Castiglia, sospettando, come ha dichiarato ieri, che la morte potrebbe essere stata causata dall’esecuzione della manovra di pronazione. "Vorrei ringraziare – dichiara la donna – attraverso il vostro giornale il Comando carabinieri di Cortile degli Svizzeri a Lucca, il maresciallo Irene Donato per il supporto psicologico che mi ha fornito durante il momento delle dichiarazioni che servivano per formalizzare la denuncia e il nostro vicino di casa Luca Rossi che si è prodigato in maniera esemplare in queste giornate, aiutando la mia famiglia. Attendo gli esiti e i riscontri delle perizie e sono fiduciosa in coloro che stanno svolgendo gli accertamenti". Fin qui Silvia Spadoni, la compagna di Pasquale.
Un uomo buono e generoso, amante delle passeggiate e dei suoi cani. Si era stabilito nella frazione più popolosa di Altopascio e si era innamorato della Lucchesia, dove si era ambientato benissimo. Architetto, si era distinto nell’insegnamento. Secondo quanto spiegato dalla signora Spadoni era stato ricoverato il 21 gennaio precauzionalmente vista la febbre e valori di saturazione non perfetti. Al San Luca era stato intubato. I primi giorni di febbraio sembrava che stesse migliorando, tanto è vero che per lunedì 8 febbraio era prevista la tracheotomia per liberarlo e farlo riabituare a respirare da solo, in maniera autonoma. Sembrava, insomma, che il peggio fosse ormai passato. Invece, purtroppo, il repentino peggioramento che ha portato alla morte. La Procura procede ipotizzando il reato di omicidio colposo a carico di ignoti. E anche la Asl sta svolgendo le dovute verifiche sul caso. Massimo Stefanini