Il primato è salvo. Anche se il Forlì gioca a tennis con il Piacenza (che doveva essere una delle favorite) e il Ravenna non molla. Sono 32 i punti della formazione di Altopascio, mancano tre partite alla fine del girone di andata e si possono migliorare i 35 della scorsa stagione a metà torneo. E’ un Tau che ha imparato a soffrire. Quello contro il Sasso Marconi è il decimo successo stagionale: sette di questi sono stati di misura. In casa gli amaranto hanno giocato otto gare contro le sei esterne. Sette vittorie casalinghe (unico inciampo con il Lentigione) e tre esterne. Ma l’ultima è stata con il fanalino di coda Sammaurese. Nelle ultime tre trasferte nessun gol per Meucci e compagni, con i pareggi a reti bianche con Cittadella, Modena e Ravenna e il ko di Castelmaggiore con il Progresso 0-1. E domenica prossima difficile esame a Ponte a Egola sul campo del Tuttocuoio.
Mister Venturi ha scelto Motti (un giocatore di categoria superiore), con Gonzi e Limongelli a supporto della fase offensiva. Nella ripresa, dopo l’uscita di Biagioni, ha spostato Bernardini in difesa inserendo Bongiorni. L’equilibrio è senza dubbio una qualità di questa squadra che adesso avrà i conciari e la Pistoiese fuori, il Piacenza in casa. Nella ripresa, pur senza rischiare, il Sasso Marconi ha tenuto spesso il pallino del gioco. Dal possibile 3-0 al 2-1 nel finale di prima frazione che ha complicato tutto. Quando le gare non si chiudono la beffa è sempre dietro l’angolo, come spiega il tecnico, Simone Venturi: "Nel calcio puoi dominare quanto ti pare, ma se non sfrutti il match point la vita si complica. Con il Sasso Marconi abbiamo avuto diverse chance per il terzo gol, poi sul 2-1 è stato difficile. Però vincere soffrendo è comunque un segnale positivo. Anche se al di là di qualche cross non abbiamo avuto situazioni pericolose da gestire. Match intenso anche a livello fisico. Le prime hanno vinto tutte? Può stupire il 6-1 roboante del Forlì, ma guardate, la classifica esprime i valori, si tratta di squadre che erano destinate a disputare un campionato di vertice, gli intrusi siamo noi".
Massimo Stefanini