Sono tre gli avvisi di garanzia notificati dalla Procura per la vicenda la neonata morta dieci giorni fa all’ospedale San Luca al termine di un parto di emergenza rivelatosi purtroppo tardivo. Si tratta di un medico e di due ostetriche che erano in servizio venerdì 8 novembre quando si è verificata la tragedia e seguivano la partoriente ricoveratasi normalmente il giorno precedente, una lucchese di 36 anni, alla sua prima gravidanza.
Ieri mattina il medico legale Ilaria Marradi, su incarico del pm Lucia Rugani, ha eseguito l’autopsia, che non avrebbe fatto emergere particolari anomalie o patologie evidenti. La piccola sarebbe stata normalmente formata al momento del parto, che era stato indotto con urgenza quando in ospedale ci si era accorti che il feto non aveva più battito cardiaco. Anche il cordone ombelicale sarebbe stato di una lunghezza normale. Saranno comunque necessari approfondimenti tramite altri due consulenti, un ginecologo e un anatomo-patologo, per valutare tracciati ed esami istologici sulla placenta e altri organi. I tre indagati hanno intanto indicato come consulente della difesa il professor Luigi Papi.
A chiedere di fare luce sulla tragedia erano stati i genitori, una coppia di 36 anni che abita nella Piana e si era rivolta in Questura. Vogliono sapere perché è morta la piccola, nonostante una gravidanza regolare e un ricovero in ospedale che non aveva evidenziato criticità fino alla sera dell’8 novembre quando la situazione era precipitata improvvisamente. Ci sono state negligenze specifiche oppure si è trattato di una tragica fatalità?
L’inchiesta della Procura, come sempre in questi casi, procede con cautela e gli avvisi di garanzia al momento sono stati notificati solo al fine di procedere all’autopsia, un atto non ripetibile. Uno dei nodi da chiarire è se ci si sia accorti in ritardo della grave sofferenza del feto e se poteva essere fatto qualcosa prima per salvare la vita della neonata.
Paolo Pacini