
Medici e infermieri in ospedale
Lucca, 13 agosto 2016 - Il verdetto è ancora lontano. E la certezza per il momento è una sola: il bimbo di 3 chili e 700 grammi di peso, venuto alla luce morto il 30 giugno scorso all’ospedale San Luca era in fase regolare di sviluppo. Ieri il medico legale Marco Di Paolo dell’università di Pisa che si è avvalso della consulenza di Salvatore Felis, ginecologo della clinica S.Martino di Genova, ha effettuato l’autopsia. L’esame disposto dal sostituto procuratore Lucia Rugani, è stato effettuato all’obitorio del Campo di Marte ed ha richiesto più di due ore. Lo sviluppo regolare del feto fino a poco prima della morte è stato testimoniato da alcuni esami istologici e cardiotocografici che comparano l’attività cardiaca del feto con le contrazioni uterine della madre. Durante il riscontro diagnostico sono stati inoltre eseguiti esami microscopici ed eseguiti i necessari campionamenti per gli esami di carattere istologico. Ma ancora non è chiaro se il feto sia morto prima o durante il parto. Fondamentali i futuri esami istologici la cui risposta arriverà entro sessanta giorni . La stessa risposta che i genitori, un operaio marocchino di 37 anni e la madre, una giovane donna bielorussa, entrambi residenti a Lucca, chiedono da più di un mese. Durante il quale ancora non sono riusciti a dare una degna sepoltura al loro bimbo.
Il riscontro infatti è arrivato dopo un periodo di oltre 40 giorni durante i quali la polizia giudiziaria ha completato gli accertamenti che hanno fatto salire a 9 gli indagati. Il numero è aumentato dopo che, in un primo momento erano stati individuati soltanto i medici che si trovavano in sala parto alle 15.44 del 30 giugno scorso. Si tratta di un pediatra, un anestesista e due ginecologi. Ai quali si sono aggiunte altre 5 persone venute in contatto con la donna al momento del ricovero: tre medici, fra i quali due ostetriche e la ginecologa che ha attestato l’ingresso in ospedale il giorno prima della donna bielorussa. Per tutti l’ipotesi di reato è di omicidio coloposo.
I genitori, che hanno sporto denuncia, sono assistiti dall’avvocato Veronica Nelli che ha incaricato come consulente anatomopatologo Stefano Pierotti. La coppia vuole capire se durante il parto fosse stato necessario utilizzare la ventosa per estrearre il bimbo e se non fosse stato il caso invece di procedere con il taglio cesareo. Dopo l’autopsia arriverà il nulla osta per la restituzione della salma ai genitori. I funerali del piccolo si terranno dopo Ferragosto.