"Mai conosciuta una persona più coraggiosa". In aula il compagno di Barbara Capovani, Michele Bellandi, ricostruisce 20 anni di vita insieme. E quel giorno in cui gli è stata portata via, il 21 aprile 2023. Compreso l’ultimo messaggio vocale, intorno alle 18, quando lei era già gravissima. Morirà poi in ospedale. "Amore, dove sei? Noi ti aspettiamo". Parole che la dottoressa non ha mai potuto ascoltare. "Quel giorno ci eravamo visti all’ora di pranzo. Era rientrata, poi era riuscita intorno alle 15.30-16". Per andare nel suo reparto, appunto, quello dove si recava ogni giorno. Bellandi la ricorda "sempre al telefono con i pazienti, al lavoro nel weekend", sempre in sella alla sua bici.
"Lei e i suoi colleghi sono stati picchiati spesso dai pazienti, ma Barbara non ha mai avuto paura. Solo una volta in 20 anni mi disse: ’Prima o poi mi tagliano la gola’. Non aveva timore. Era mossa solo dal proteggere i più deboli. Il timore per se stessa era l’ultimo dei problemi. Proteggeva ferocemente le persone: malati, pazienti, donne, animali. Ora? Stiamo reimparando a vivere. Abbiamo avuto bisogno di un supporto psicoterapeutico". Alla fine della sua deposizione, l’abbraccio con i colleghi della dottoressa.