REDAZIONE LUCCA

Notifica falsificata, condannato il Comune

Avvocato viene multato dalla municipale ma poi contesta la firma dell’atto mai ricevuto dalle poste, e il perito gli dà ragione

La firma della notifica della multa era falsa. E il giudice ha condannato il Comune, che adesso si ritrova ’becco e bastonato’: non solo quella sanzione non la incasserà, ma dovrà pure pagare per quel mancato recapito di cui non ha certo responsabilità dirette. La storia – intricata e paradossale – ha inizio quando un avvocato di Livorno si vede arrivare a casa la cartella esattoriale dell’agenzia delle entrate dopo l’iscrizione a ruolo di un verbale per violazione al codice della strada emesso dal comando di polizia municipale di Forte dei Marmi. Un fulmine a ciel sereno per il legale che quella missiva certo non l’aspettava, visto che ha subito contestato di non aver mai ricevuto preventivamente la notifica di quell’atto. Ha quindi fatto accertamenti e ha così potuto appurare che la cartolina di avvenuto avviso da parte delle Poste – regolarmente compilata da parte degli uffici – evidenziava una firma che non era la sua. L’avvocato livornese ha così presentato querela di falso contestando quel verbale mai notificato. E’ così partito un iter di tipo civilistico in cui il Comune è stato coinvolto a pieno titolo ed è stato convocato in udienza anche se l’avvocatura ha ritenuto opportuno di non costituirsi in giudizio.

Il giudice di pace ha nominato un esperto grafologo e la perizia ha confermato i sospetti: quella firma sulla cartolina di avvenuto recapito era decisamente falsa. E il Comune è stato condannato a rifondere alla controparte le spese processuali, nonchè di farsi carico delle spese della ctu (cioè del perito) intervenuto in giudizio. Per un totale di alcune migliaia di euro. Ecco che l’amministrazione ha deciso di correre ai ripari, incaricando l’avvocato Filippo Viti di presentare appello.

"Ci rimettiamo ovviamente alla volontà del giudice – evidenzia il capo di gabinetto Stefano Neri – ma bisogna anche far presente che non è stato il Comune a curare la consegna di quel documento. Il fatto che la firma sia stata confermata come falsa, esce dalla sfera del controllo e disponibilità dell’ente pubblico.

In sostanza il Comune non ha fatto alcun falso, eppure viene chiamato a pagare. Anzi, per quello che potevano sapere gli uffici, la cartolina era regolarmente giunta a destinazione. La vicenda quindi non si chiude e l’appello potrà garantire ulteriori scenari. "Ci riserviamo anche – prosegue Neri – di verificare ovviamente la posizione di Poste Italiane".

Francesca Navari