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La presentazione dei progetti per il monastero di Vicopelago (foto Alcide)
Concerti, degustazioni, iniziative sociali e culturali e persino nuovi vigneti e frutteti. Sono tante le idee che prenderanno forma nelle sale e nei meravigliosi giardini del Monastero di Vicopelago che, dopo oltre vent’anni in stato di abbandono, presto rivedranno finalmente la luce.
Prende finalmente forma, infatti, il progetto di recupero portato avanti dal Comune di Lucca insieme ai rappresentanti della cooperativa Calafata e della Caritas che ieri mattina, proprio in quelle sale, hanno effettuato un primo sopralluogo.
Presenti l’assessore Moreno Bruni, il presidente di Calafata Marco Bechini, il direttore della Caritas don Simone Giuli, il geometra Alberto Pelletti e la dirigente Maria Cristina Panconi. Tutti sogni, quelli dell’amministrazione, in linea anche con i desideri espressi dalle monache Agostiniane che hanno ceduto l’immobile.
"Siamo molto felici di aver acquistato questi bellissimi ambienti – ha commentato l’assessore Bruni – Davanti a spazi così grandi sono però necessarie tantissime risorse, per questo abbiamo stabilito di dare in concessione una parte degli immobili e dei terreni alla cooperativa Calafata, con lo scopo di realizzare attività agricole biologiche, attività di educazione ambientale in stretto rapporto con le scuole e attività di promozione turistica, il tutto prevedendo un’attività di inclusione lavorativa e terapeutica, integrando la manodopera con personale proveniente da categorie cosiddette fragili".
"Siamo – conclude l’assessore Bruni – molto contenti di questa bella collaborazione. Il progetto adesso dovrà essere vagliato dalla Soprintendenza, essendo il Monastero un bene vincolato".
"Abbiamo apprezzato particolarmente la sensibilità con cui si è svolta l’analisi di fattibilità che garantirà la conservazione di funzioni storiche del monastero per metterlo a disposizione della comunità locale e non solo - dichiara il presidente di Calafata Marco Bechini - Grazie al supporto di Caritas Diocesana, abbiamo lavorato a una proposta credibile di recupero funzionale del convento e dei terreni nel rispetto dei valori sui quali si fonda la nostra cooperativa: sostenibilità ambientale e sociale. Gli spazi saranno il centro di promozione di una cultura agricola sostenibile, luoghi per la didattica e la formazione, l’inclusione lavorativa di soggetti fragili (oltre 80 persone) e l’organizzazione di eventi sociali e culturali".