MASSIMO STEFANINI
Cronaca

Covid e al freddo: l’odissea di due anziani. Con un lieto fine

Per far accedere i tecnici a riparare la caldaia guasta si è reso necessario l’intervento di sanificazione di tutto l’appartamento

Determinante il supporto del sindaco Fornaciari per risolvere la vicenda

Porcari (Lucca), 31 ottobre 2020 - Solitudine più burocrazia uguale solidarietà. L’incredibile equazione assume un valore ancora maggiore in tempi di Covid, laddove il virus complica la vita quotidiana ai più deboli, agli anziani, già soggetti a rischio. La storia merita davvero di essere raccontata. Due fratelli di una sessantina di anni ciascuno che vivono da soli, residenti a Porcari e positivi al Coronavirus, quindi in isolamento, hanno avuto un guasto alla caldaia, per colmo di sfortuna collocata all’interno dell’abitazione. Talvolta si trova in uno stanzino fuori, o sul terrazzo. Stavolta no, nel cuore dell’appartamento. In casa i due pensionati al freddo e senza nemmeno l’acqua calda.

Interpellata una ditta, questa ha giustamente fatto notare che il protocollo prevede che la riparazione avrebbe potuto essere eseguita, ma solo con la dimora completamente sanificata e senza nessuno all’interno. I due fratelli, allora, disperati, non sapendo come risolvere la questione hanno telefonato al sindaco, il quale nei piccoli paesi è il referente di tutti, è davvero il primo tra i cittadini. Quasi tutti hanno il suo numero e lui cerca di risolvere i problemi.

«Due persone in difficoltà, bisognose e malate – spiega Leonardo Fornaciari – ho capito che dovevo fare qualcosa. Ho anche scritto all’azienda originariamente contattata per i lavori di rimessa in funzione del riscaldamento, ma purtroppo il virus impone certi comportamenti e quindi capisco anche il punto di vista dell’impresa. L’emergenza sanitaria crea imprevisti e problemi impensabili in precedenza. Non potevo però rimanere con le mani in mano, come si suol dire – prosegue Fornaciari – allora ho contattato il dottor Luigi Rossi dell’Asl che devo ringraziare, così come Acot, assistenza di continuità tra ospedale e territorio, perché grazie a questa sinergia abbiamo potuto sistemare i due fratelli in un albergo sanitario, dopo tre o quattro giorni di autentica odissea. Una soluzione ottimale, perché i due sono in quarantena, andavano fatti uscire per far sanificare gli ambienti e inviare il tecnico. Loro si sono rivolti a me – spiega il sindaco – e mi sono sforzato di trovare la quadra. Ora i due soggetti sono a posto, almeno per il momento. Certo è che una riflessione sorge spontanea: quante famiglie sono formate magari dai due coniugi anziani, con i figli che vivono altrove? Tante. E se si ammalano entrambi di Covid? Uno scenario a cui i Comuni e l’Asl devono pensare". Massimo Stefanini