MASSIMO STEFANINI
Cronaca

Uccisa dal marito per gelosia. Raffica di coltellate e poi la fuga

Luigi Fontana ha ucciso la moglie Maria Carmina al termine di una lite perché temeva un tradimento. I parenti avevano compreso la gravità della situazione e avevano cercato di convincerlo a lasciare la casa

Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana

Il luogo del delitto (foto Alcide); nei riquadri Maria Carmina e Luigi Fontana

Altopascio (Lucca), 29 maggio 2021 - E’ stato il tarlo della gelosia a far scattare l’ira omicida di Luigi Fontana, il 54enne che ieri ha ucciso la moglie, Maria Carmina, 51 anni, al termine di una furibonde lite nella loro casa di via Fermi ad Altopascio. Tutto è accaduto in pochi attimi: l’uomo si è armato di un coltello e ha colpito più volte al torace e all’addome la donna, lasciandola agonizzante in soggiorno. Lei ha solo potuto accennato una vana difesa (come confermano le ferite alle mani) prima di accasciarsi al suolo e morire dissanguata. L’uomo è fuggito in strada urlando ed è stato fermato da alcuni vicini con ancora le mani insanguinate.

Non era la prima volta che i coniugi discutevano in modo animato, soprattutto da quando l’uomo sospettava un possibile tradimento da parte della moglie. I parenti si erano accorti che la situazione stava diventando esplosiva e uno dei sei fratelli di lui, Arturo, aveva rivolto a Luigi l’invito a raggiungerlo nel napoletano.

"Avrebbe lavorato nella ditta di famiglia a Napoli – racconta invece Salvatore Di Sarno, uno dei cognati della vittima - un modo per cambiare aria e non pensare in modo ossessivo ai presunti problemi coniugali. Lo vedevamo agitato e il nostro obiettivo era quello di tranquillizzarlo. Un periodo per staccare e poi ritornare ad Altopascio ed affrontare la questione del loro futuro con la moglie. Purtroppo Luigi non ha accettato, se lo avesse fatto, probabilmente non saremmo qui a parlare di questo dramma".

La Campania era la terra di origine dei due coniugi, che entrambi facevano Fontana di cognome. Lui di San Cipriano d’Aversa (Caserta) e lei Maria Carmina all’anagrafe, ma da tutti conosciuta come Carmela, di Villaricca, nel napoletano. Si erano conosciuti e sposati giovanissimi e avevano avuto due figli: Nicola, 30 anni, che lavora al Mc Donald’s a Lucca e Maria Teresa, 27 anni, madre delle due bambine spesso accudite dalla nonna.

Dalla Campania erano arrivati ad Altopascio dove si erano fatti una posizione ed erano benvoluti da tutti. Da tempo la famiglia risiedeva in una bella villetta nel quartiere residenziale di via Fermi, una traversa di via Valico, a due passi da corso Cavour e dal centro storico. Lui artigiano dell’edilizia e appassionato di podismo, lei adesso a casa ma con alle spalle un lavoro come cameriera in un ristorante di Orentano, a Castelfranco di Sotto (Pisa), che aveva lasciato all’arrivo del Covid. Si occupava adesso delle due nipotine di 14 mesi, figlie della figlia, e che ieri al momento della tragedia erano nel giardino di casa a giocare.

Per la donna non c’è stato niente da fare: è morta in pochi attimi per le numerose ferite inferteli dal marito come confermato dall’esame esterno effettuato nella tarda serata dal medico legale, Stefano Pierotti, su incarico del pm, Alberto Dello Iacono, titolare dell’inchiesta. L’autopsia vera e propria sarà nei primi giorni della prosima settimana. L’uomo è in stato di fermo in caserma dai carabinieri.