REDAZIONE LUCCA

Omicidio Capovani. I testimoni chiave nella prima udienza i presenti e i colleghi

Domani in Tribunale il caso della psichiatra massacrata a Pisa. L’imputato Seung ha annunciato che non ci sarà, ma l’11 si è collegato. dal carcere per un processo per evasione che si è tenuto a Lucca.

Omicidio Capovani. I testimoni chiave nella prima udienza i presenti e i colleghi

Domani si terrà a Pisa la prima vera udienza per l’omicidio della dottoressa Barbara Capovani. E il pubblico ministero ha convocato i primi dieci testimoni chiave: chi era presente in quel 21 aprile 2023 quando la dottoressa, responsabile dell’Spdc, la psichiatria territoriale, fu massacrata con un bastone mai ritrovato. Un’operatrice delle pulizie, che vide in parte la scena, e i colleghi della professionista che la conoscevano bene e che hanno incontrato nel loro percorso anche l’imputato, Gianluca Paul Seung, residente a Torre del Lago, e che era stato ricoverato proprio in quel reparto nel 2019.

Anche stavolta - da quanto ha annunciato ai suoi avvocati - non sarà presente in aula. "Verrò quando mi ascolteranno", aveva detto già la volta scorsa. Ma, proprio l’11 gennaio, da imputato in un processo per evasione dai domiciliari (dalla casa torrelaghese), fatto (risalente al 2021) precedente al delitto, l’uomo ha chiesto di collegarsi per poter parlare. L’udienza al Tribunale di Lucca si è conclusa subito ed è stata riaggiornata. Il giudice Poggi ha risposto che l’uomo sarà ascoltato quando sarà il momento.

A dicembre il 35enne ha inviato all’attenzione della Corte d’Assise che dovrà giudicarlo direttamente dal carcere dove è detenuto una memoria di 18 pagine dove rifiuta, di fatto, il processo. A voce, ai suoi legali, gli avvocati Gabriele Parrini del foro di Lucca e Alessia Ratti del foro di Firenze, ha aggiunto che non riteneva necessario partecipare alle prime udienze ma lo farà quando sarà il suo turno.

Durante il dibattimento - la decisione della Corte (presidente Zucconi, a latere Vatrano) - si stabilirà se integrare la perizia che è stata presentata già da tempo dai ctu nominati dal pubblico ministero. "E’ monca quella effettuata in sede di incidente probatorio", aveva sostenuto in aula l’avvocato Parrini. "Manca il nesso tra le patologie riscontrate e il reato contestato". "Non è monca, l’imputato si è rifiutato di sottoporsi alle visite", aveva ribattuto la parte civile. Sono quattro nel processo, oltre alla famiglia (tutelata dall’avvocato Stefano Del Corso), si sono costituiti l’Ordine dei medici, la Regione e l’Asl.

Domani saranno ricostruiti quei momenti del pomeriggio del 21 aprile, ma anche il giorno precedente quando l’uomo - sostengono gli investigatori, gli inquirenti e lo stesso personale del reparto - era andato a cercare all’ospedale Santa Chaira la dottoressa, responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale, senza però trovarla. E si discuterà anche del ricovero di Seung a Pisa ormai cinque anni fa. Fu proprio la psichiatra Capovani a firmare la lettera delle sue dimissioni con una diagnosi che lo avrebbe reso, di fatto, processabile. Che cosa disse allora? E che cosa pensava della dottoressa?

Nella prossima, invece, saranno ascoltati gli agenti di polizia giudiziaria. Ha seguito le indagini la squadra mobile di Pisa che è guidata dal vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita.

A.C.