Iacopo Nathan
Cronaca

Svolta nel giallo di Lucca, Artan è stato ucciso. L’amico: “Sono stato io”

Clamorosa svolta nel caso dell’uomo trovato morto alla Smurfit Kappa. A sparare sarebbe stato un connazionale della vittima che ha confessato

Kaja Artan, 52 anni, trovato morto nella ditta Smurfit Kappa di Lunata, a Capannori. L'uomo non sarebbe deceduto per morte naturale. Sarebbe stato ucciso

Kaja Artan, 52 anni, trovato morto nella ditta Smurfit Kappa di Lunata, a Capannori. L'uomo non sarebbe deceduto per morte naturale. Sarebbe stato ucciso

Lucca, 10 gennaio 2025 – Non è stato un malore fulminante, e neanche una accidentale caduta dall’alto a stroncare la vita di Artan Kaja. E’ stato invece un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata. Sembrava una tragica fatalità, invece si è trattato di un omicidio. La morte del 53enne di origini albanesi, avvenuta martedì sera nel piazzale della cartiera Smurfit Kappa di Lunata era stata attribuita inizialmente a un malore, forse un infarto fulminante; invece in poche ore la storia ha assunto contorni inquietanti. Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Lucca a confermare ieri sera, attraverso un nota ufficiale, che si è trattato di un omicidio, al termine di una giornata in cui le voci si erano rincorse sin dal primo mattino.

Le indagini, partite dal momento in cui era stato rinvenuto il cadavere dell’uomo da parte della moglie, che era andata a cercarlo dopo che l’uomo non era rientrato a casa dopo il lavoro, hanno portato ieri a identificare un autotrasportare (anch’egli di origine albanese, conoscente di vecchia data e coetaneo della vittima) e residente a Capannori. Lui stesso ha confessato il delitto, sebbene non abbia dato alcuna altra spiegazione. Così, come oltre al movente, manca anche l’arma da fuoco che a ieri non era stata trovata. L’autotrasportatore, infatti, dopo essersi recato dai carabinieri ed essersi assunto tutte le colpe, è entrato in uno stato di choc, continuando solo a ripetere con insistenza la sua colpevolezza.

Un giallo, dunque, in piena regola. Al quale mancano ancora molti tasselli, che dovranno essere trovati nelle prossime ore. Qualsiasi pista viene battuta, anche se ovviamente le prime ipotesi fanno credere a un diverbio, una lite finita male o un raptus improvviso. L’unica cosa certa è che i due si trovavano a pochi passi di distanza quando il colpo è stato esploso.

Ma torniamo indietro. Martedì intorno alle ore 20.15 la centrale del 118 di Lucca ha ricevuto una chiamata per un uomo ritrovato, appunto, nello spazio antistante alla fabbrica. Si trattava di Artan Kaja, 52 enne, titolare della ditta Tony Service, di origini albanesi ma residente nella Piana da decenni, insieme alla moglie e ai figli. Era stata proprio la moglie a rinvenire il cadavere dell’uomo.

La donna, occupandosi delle pulizie della ditta, non vedendo rientrare l’uomo si è recata in prima persona alla sede della Tony Service, che si trova proprio nel piazzale della cartiera, a poche centinaia di metri dalla casa della famiglia Kaja, facendo così la macabra scoperta.

Sul posto sono arrivati un’auto medica del 118, un’ambulanza, i carabinieri, ma nonostante tutti gli sforzi, per Artan non c’è stato niente da fare, purtroppo. Le prime ipotesi facevano credere a un decesso dovuto a una caduta dall’alto risultata fatale, subito accantonata, e poco dopo ha preso piede quella del malore. C’era qualcosa che da subito non è parso chiaro, a partire dalla posizione e dal luogo in cui il corpo dell’uomo è stato trovato. Dai primi accertamenti sul corpo della vittima, però, è parso chiaro come la ferita alla base della nuca non potesse corrispondere a quella di una normale caduta, ma che nascondesse qualcos’altro e fosse la chiave per capire la questione.

La titolare dell’inchiesta, la pm Lucia Rugani ha disposto l’autopsia sulla salma della vittima, che servirà a chiarire ancora meglio gli ultimi aspetti, anche se ormai è chiaro come si tratti di una ferita da arma da fuoco. Ieri sera, al termine di una giornata convulsa, la nota ufficiale con cui il comando dei carabinieri ha confermato il delitto e reso noto di aver provveduto al fermo del sospettato.

Resta un mistero il movente, visto che l’autotrasportatore è totalmente sotto choc e non è in grado di riferire alcuna versione in più alle forze dell’ordine. “Sono stato io, sono stato io” le uniche cose che riesce a dire. Serviranno le prossime ore per chiarire la dinamica e anche per trovare l’arma.