Lucca, 5 settembre 2017 - Sarà affidata a un pool di tre magistrati, guidati dallo stesso procuratore capo Pietro Suchan, l’inchiesta sulla tragica fine dei due operai morti venerdì pomeriggio nello schianto della piattaforma aerea sulla quale erano saliti a 10 metri di altezza per sistemare i portalumini in vista della processione di Santa Croce.
Del pool farà parte il pm Aldo Ingangi, che era di turno al momento dell’incidente mortale e un altro magistrato specializzato in infortuni sul lavoro, la dottoressa Elena Leone o il dottor Salvatore Giannino. A BREVE la Procura nominerà un super perito per fare piena luce sulle cause della tragedia, sulla quale per adesso si procede senza iscrizioni nel registro degli indagati. Come consulente tecnico si cerca un esperto di problematiche meccaniche e di metalli, che sarà probabilmente individuato tra quelli già protagonisti dell’inchiesta sulla strage di Viareggio. Il quesito cardine di tutta l’inchiesta è infatti la rottura improvvisa e al momento inspiegabile dello scatolare metallico del braccio meccanico della gru, un modello «Oil& Steel» di otto anni, regolarmente sottoposto a controlli annuali.
Questo almeno secondo quanto emerso finora dagli accertamenti affidati all’Asl e alla polizia. MA LE INDAGINI ovviamente proseguono. Ieri mattina gli ispettori dell’Asl si sono recati nella sede del comando della polizia municipale in piazzale San Donato per visionare le immagini delle telecamere di sicurezza di piazza San Michele. Un occhio elettronico è infatti posizionato all’angolo non distante dal luogo della tragedia accaduta in via Veneto e potrebbe essere dunque utile a ricostruire la dinamica di quei secondi fatali.
SECONDO quanto emerso finora in base alle testimonianze, il braccio meccanico si è spezzato all’improvviso alle 16,14 minuti di venerdì scorso, quando Eugenio Viviani, 54enne di S.Maria del Giudice, e Antonio Pellegrini, 61enne di Lammari, stavano sistemando i portalumini a una finestra di palazzo Pretorio, a 10 metri di altezza. La rottura è stata improvvisa e fatale. I due operai sono stati scaraventati a terra e la loro piattaforma (o cestello) è rimbalzata violentemente a terra con un fragore avvertito a parecchia distanza. C’è chi ipotizza il cedimento di una giuntura nello snodo a metà del braccio meccanico, con una torsione anomala che avrebbe spezzato il metallo. Ma è solo una delle varie ipotesi. Le cause del disastro restano un «giallo». Che tutti sperano possa essere svelato.