È stato condannato ieri dal tribunale di Genova a cinque anni di carcere Andrea Palmeri, 42enne ex capo ultrà dei “Bulldog“ lucchesi ed esponente di estrema destra, imputato nell’inchiesta sui reclutatori e mercenari combattenti filorussi per la guerra nel Donbass, territorio conteso tra Russia e Ucraina. Il sostituto procuratore della Dda di Genova Federico Manotti aveva invece chiesto la condanna a 13 anni. Su Palmeri, che si trova da anni all’estero, pende un mandato di arresto europeo emesso dalla procura distrettuale.
Secondo l’accusa, l’ultras aveva reclutato e istruito più persone per farle combattere a fianco delle milizie filo-russe nel territorio del Donbass, in Ucraina orientale e farle "partecipare ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del Governo ucraino" oltre ad avere combattuto personalmente.
Da parte sua Palmeri ha sempre respinto queste valutazioni, negando di essere un mercenario, anche se nel 2016 aveva ottenuto la cittadinanza per meriti, concessagli dal presidente del Lugansk per aver combattuto e aver aiutato la cittadinanza. Dopo le prime foto sul suo profilo Facebook tra 2014 e 2015 in cui ostentava mitra e fucili, era passato infatti a immagini ben più pacifiche, sostenendo di essersi trasferito nel Donbass per aiutare la popolazione locale con interventi di tipo sociale e umanitario. "L’unica cosa che hanno ottenuto con questa indagine – scruiveva Andrea Palmeri due anni fa – è stroncare una rete che si occupava di aiuti umanitari alla popolazione di queste repubbliche che soffre per questi oltre 5 anni di guerra...". Una tesi che i giudici genovesi non hanno tuttavia accolto, sia pure più che dimezzando la pena rispetto a quella richiesta dalla pubblica accusa.
Nel luglio 2019 erano stati già condannati a Genova tre dei sei mercenari. In particolare era stato condannato a 1 anno e 4 mesi Vladimir Vrbitchii, operaio di origini moldave, e a 2 anni e 8 mesi Olsi Krutani, albanese sedicente ex ufficiale delle aviotruppe russe. L’italiano Antonio Cataldo aveva patteggiato una pena a due anni e otto mesi. I tre erano stati arrestati nel 2018. L’inchiesta era nata nel 2013 nell’ambito delle indagini sull’area skinhead ligure.