Tanti lucchesi hanno avuto modo di incontrarlo direttamente nell’occasione del film di Leonardo Pieraccioni girato principalmente a Lucca (in parte anche in Sardegna) nel 2011 “Finalmente la felicità“. Molti di più hanno potuto apprezzarlo nelle numerose pellicole che sono seguite (circa 25) e che danno ragione del suo personale successo, l’ultima è quella di Paolo Genovese “FolleMente“.
Simpatico, poliedrico, ha dato il via alla sua densa carriera di artista sul grande schermo, attore, regista e sceneggiatore, nientemeno che con “Il male oscuro“ di Mario Monicelli per poi ritagliarsi un ruolo imperituro ne “I laureati“ sempre di Pieraccioni.
Ed oggi ritorna grazie alla stagione del cinema teatro Artè di Capannori che lo vedrà sul palco domani alle 16. Questa volta si avvicinerà al suo pubblico con il libro “Perdere tempo mi viene facile”, dove interviene anche l’autore il professore Igor Vazzaz. Riflessioni, aneddoti, interi racconti, ma anche poesie e addirittura canzoni composte alla bisogna: Rocco Papaleo, in questo originale rendiconto di sé, offre libero accesso alla sua creatività. Ed è un universo di parole, scritte e recitate, a volte anche cantate, frutto di un estro eclettico e variegato che l’autore riesce a coltivare attraverso uno dei suoi talenti: la capacità di perdere tempo. Papaleo è una persona profonda, divertita e divertente, fantasiosa, figlio puro di una famiglia semplice della Basilicata degli anni Sessanta.
In questa speciale occasione ci racconta della prima volta al mare, evento epifanico che gli suggerisce quella che sarà la sua caratteristica del saper galleggiare nella vita. Poi la prima chitarra, che gli svela la grande passione per l’amore e per il lato femminile del mondo. E vari incontri fra cui, chissà se vero o sognato, quello con Paolo Conte in un piccolo ristorante di Asti.