REDAZIONE LUCCA

Partigiane nell’ombra. Quelle cinque lucchesi che hanno lottato per i valori della libertà

Il progetto “Resistenze, femminile plurale“ si impegna a rilanciare il ruolo delle figure femminili rimaste spesso dimenticate. In un volume le biografie di 50 donne, 5 per ogni Provincia toscana.

Il progetto “Resistenze, femminile plurale“ si impegna a rilanciare il ruolo delle figure femminili rimaste spesso dimenticate. In un volume le biografie di 50 donne, 5 per ogni Provincia toscana.

Il progetto “Resistenze, femminile plurale“ si impegna a rilanciare il ruolo delle figure femminili rimaste spesso dimenticate. In un volume le biografie di 50 donne, 5 per ogni Provincia toscana.

C’è da restituire alle donne, la cui Resistenza è stata troppo spesso taciuta, lo spazio pubblico di riconoscimento e la gratitudine dovuta. Per questo è nato il progetto “Resistenze, femminile plurale. Storie di donne in Toscana“ con cui hanno preso il via le celebrazioni dell’80° della Liberazione. Per l’occasione sono state raccolte le biografie di 50 donne (5 per ogni Provincia toscana). “Ci sono alcune decisive pagine di storia che sono state colpevolmente messe in secondo piano, sono quelle che riguardano il ruolo delle donne nella guerra di Liberazione dal nazifascismo. Il progetto rappresenta l’inizio di un percorso di recupero della loro storia che continuerà nei prossimi anni”, affermano le storiche Ilaria Cansella, che ha coordinato il progetto della Rete Toscana degli Istituti Storici della Resistenza e Francesca Cavarocchi, dell’Università di Firenze, che ha curato il volume, pubblicato dal Consiglio regionale. Nei giorni scorsi Vannino Chiti, presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea ha consegnato la pubblicazione nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tra le cinquanta storie ci sono anche quelle di cinque donne lucchesi, raccontate dagli storici e dalle storiche dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Provincia di Lucca (ISRECLucca). Storie di coraggio e determinazione, fondamentale per svolgere il ruolo di supporto logistico alle bande, con il trasporto di viveri, messaggi, informazioni ed armi come nel caso della viareggina Walchiria Pelliccia che fa la staffetta fra Camaiore e Viareggio (sua la nota Profumeria Walchiria, negozio storico di Viareggio di cui diviene proprietaria nel dopoguerra) o della lucchese Nara Marchetti (classe 1924, staffetta partigiana) che, tramite il contatto con i Gruppi di difesa della donna, opera nella formazione partigiana del tenente Ilio Menicucci. Con la Formazione Bandelloni, invece, operano invece come partigiane combattenti Emilia Valsuani e Cristina Lenzini: la prima, di Camaiore, morirà per le ferite riportate in un’azione durante le operazioni nella zona di Malbacco, la seconda, originaria di Pisa, morirà in Versilia durante uno scontro con i tedeschi, mentre con la mitragliatrice protegge il ripiegamento della formazione. Viareggina, infine, è anche Vera Vassalle, medaglia d’oro al valor militare (delle diciannove concesse in tutta Italia, una fra le poche non in memoria) per l’operazione Gedeone che la vede emissaria dei partigiani attraversare le linee nemiche.

Il progetto nasce da una necessità storica e da una volontà corale che vede la collaborazione di UPI (Unione Province Italiane) della Toscana, Rete degli Istituti storici della Resistenza e dell’Età contemporanea della Toscana, Commissione pari opportunità della Regione Toscana e Università degli studi di Firenze. Ha visto la pubblicazione di un volume, che recentemente è stato anche offerto in dono al Presidente Mattarella, e continuerà con una campagna divulgativa sui social degli Istituti della Resistenza e sul portale Toscana Novecento fino all’8 maggio (per l’ISRECLucca su Facebook o Instagram).

Intanto lo scorso 12 aprile in consiglio regionale sono state consegnate alle famiglie pergamene di riconoscimento, a testimonianza della volontà di dare, finalmente, il giusto valore all’impegno di tante che agirono per la sconfitta del nazifascismo e per l’affermazione dei valori della democrazia.