REDAZIONE LUCCA

Pass obbligatorio, via ai tornelli in azienda Ma c’è anche chi controlla a campione

Seconda giornata del Miac da “tutto esaurito“, i manager illustrano come si regoleranno nella ragnatela di norme non sempre chiare

Una giornata Miac, quella di ieri, che ha certificato ottimismo e energia vitale per la ripartenza. Tanta affluenza soprattutto italiana – clienti e fornitori – ma anche dall’Europa. Il giorno prima dell’obbligo del Green pass per i lavoratori il tema non poteva non tenere banco anche nelle principali realtà ormai internazionali ma con sede in Lucchesia.

“Oggi in Toscotec siamo 250 persone – così il dirigente di Toscotec, Massimiliano Corsini – e il sistema che abbiamo adottato è al contempo semplice e assoluto: applichiamo la norma nella sua interpretazione più rigida. Quindi tornelli all’ingresso e screening a tutti i dipendenti e, ovviamente, clienti e fornitori. Al casottino troveranno una guardia giurata che controlla il green pass e se non è valido deve tornare indietro. Qualche disagio forse ci sarà non possiamo escluderlo, è il primo giorno dobbiamo metterlo in conto“. Gianni Gambini, amministratore dell’azienda che porta il nome di famiglia, leader nella trasformazione nel prodotto tissue, ci accoglie con un sorriso da intuire sotto la mascherina. “Non si vede ma c’è il sorriso, come potrebbe esser diversamente in una giornata in cui al Miac si respira questa aria – sottolinea –, forte ottimismo e voglia di ripartire. Noi abbiamo 170 dipendenti nei tre stabilimenti, di cui uno acquisito negli Stati Uniti. Sono tanti ma questa novità del green pass ci trova pronti anche perchè da subito abbiamo costituito un comitato di emergenza che ha lavorato dall’inizio per la gestione interna di tutta questa situazione legata alla pandemia. Gli stabilimenti hanno diversi ingressi dove saranno effettuati i controlli. C’è stato un gran lavoro pensando prima di tutto alla salute di chi lavora con noi e per noi. Le persone che effettueranno il controllo sono interne, opportunamente formate. L’importante è che tutto ciò sia utile, vogliamo uscirne“.

Il gruppo A.Celli conta 300 lavoratori, che si raddoppiano includendo l’indotto e gli esterni. “Da verifiche empiriche che abbiamo fatto in azienda – dichiara il manager Mauro Celli – ci risulta una minoranza residuale di lavoratori non vaccinati. Anche perchè siamo un’azienda che lavora con le esportazioni al 98 per cento, dobbiamo poter viaggiare sempre. Chi lavora con noi sa che deve entrare in questa ottica. Per quanto riguarda i controlli seguiremo le leggi. Invito tutti a vaccinarsi, io ci sono passato e in più mi sono vaccinato. Bisogna avere la possibilità di incontrare le persone e di viaggiare. Speriamo che finiscano restrizioni verso gli Stati Uniti, pare che lo sblocco dovrebbe avvenire a novembre, e anche verso la Cina“.

Marco Di Marco, manager dell’omonima azienda di famiglia, un altro gioiello nato sul nostro territorio: “Anche per noi il problema si riduce per il fatto che praticamente tutti i dipendenti sono vaccinati – sottolinea –, quindi siamo decisamente fortunati da questo punto di vista. Faremo i controlli con il lettore ma siamo ottimisti. Molto meno per la ferita aperta dei costi devastanti, in aumento in bolletta per le aziende“.

Anche Simone e Sandro Berchiolli di Oradoc, sede a San Pietro a Vico sono organizzati: “Faremo i controlli a campione in azienda utilizzando l’apposita app, siamo preoccupati soprattuto pe rle eventuali ripercussioni sulla consegna delle merci“:

Piero Ceccon – Ad di Futura, azienda fiore all’occhiello, creatura di Fabio Perini – sorride ottimista. “Come vediamo oggi al Miac il tissue è vivo oltre ogni aspettativa. Mi viene da dire di slancio viva il Miac viva Fabio Perini, un grande, che continua a ispirarci con la sua presenza magnetica. Questa città dovrebbe essergli grata. La questione green pass? Abbiamo 156 dipendenti e applicheremo la normativa anche se quasi tutti da noi sono vaccinati“.

Laura Sartini