"Qualche settimana fa Monotti mi disse: hai letto Moscardino di Pea? L’ho letto, e per la prima volta nella mia vita ebbi la tentazione di TRADURRE un romanzo. Dieci anni fa vidi Enrico Pea che passeggiava in riva al mare e Gino Saviotti mi disse: è un romanziere": sono le parole con cui Ezra Pound fece conoscere per la prima volta il romanzo capolavoro di Pea negli Usa. Accadde in uno delle centinaia di radiodiscorsi che Pound trasmise da Radio Roma durante la Seconda guerra mondiale e che gli valsero l’accusa di alto tradimento per la sua vicinanza all’Italia e a Mussolini.
Un’imputazione che gli costò quasi tredici anni di manicomio criminale per le sue affermazioni contro la guerra (era un pacifista convinto) e contro quelli che riteneva i principali responsabili, ovvero il presidente americano Roosevelt e il premier inglese Churchill. Nel radiodiscorso del 26 ottobre del 1941, ma anche in altri successivi, Pea trova ampio spazio. "Non ho la più pallida idea – spiega ai microfoni dell’Eiar – di come possa far arrivare il manoscritto in America affinché sia pubblicato. Pea non ha mai guadagnato un centesimo dall’originale. E neanche Joyce e Eliot quando iniziai a cercare qualcuno che potesse pubblicarli".
"Com’è? Beh, se Tom Hardy fosse nato molto tempo dopo, e fosse vissuto in quelle colline là dietro nella Lunigiana, proprio lungo la costa qui vicino (Pound abitava all’epoca a Rapallo, ndr), e se non avesse scritto quello che Ford Madox Ford chiamava quella “forma di gergo da piccolo giornale di provincia“, e se molte altre cose, incluso il carattere, fossero state diverse, e così via... ci sarebbe potuta essere una scrittura come quella di Pea – che, ripeto, è un’ottima scrittura – ed eravamo nel 1921 quando Moscardino venne pubblicato, Moscardino è il nome di un ragazzino che parla di suo nonno, un vezzeggiativo, come ‘giovanotto’. Il momento in cui verranno abbattute le barriere, ne spedirò una copia per illuminare i lettori americani".
F.Vin.