REDAZIONE LUCCA

Per i giovani la priorità è la sicurezza

A tu per tu con alcuni studenti che hanno partecipato al Forum. Tutti d’accordo su una cosa: il Pcto è utile per capire che cosa fare in futuro

Quando si è ragazzi e si frequentano le scuole superiori è difficile capire e sapere con certezza che cosa si vorrà fare da grandi e l’alternanza scuola-lavoro, o Pcto, può essere un’esperienza utile e formativa per far comprendere agli studenti qual è la giusta strada da prendere o quella da evitare. In occasione del forum proprio sul tema dell’alternanza scuola-lavoro – da noi organizzato – , abbiamo parlato con gli studenti di alcune scuole superiori della nostra città, chiedendo loro quali fossero state le loro esperienze e quali potrebbero essere le migliorie a questo sistema.

Uno dei temi principali del forum è stato quello della sicurezza, argomento ripreso da tanti ragazzi in quanto in molti ne denunciano la mancanza nei vari ambiti lavorativi. "Il primo giorno di Pcto ho richiesto all’azienda un corso sulla sicurezza, ma non mi è mai stato presentato. Sono rimasto molto deluso da questo, in quanto la sicurezza dovrebbe essere una delle cose principali in un contesto lavorativo. L’attività deve essere presa più seriamente e l’azienda si deve impegnare a seguire i vari studenti e non limitarsi a sfruttarli o a lasciarli in un angolo senza imparare niente" dice Marco Huryk, dell’Iti Fermi. "Io non avevo a disposizione gli strumenti individuali di sicurezza, come guanti e scarpe adatte, me li sono dovuti procurare da solo. Sebbene non fossi seguito direttamente da un responsabile, è stato comunque un mese formativo che mi ha insegnato tanto" commenta Nathan Pignatelli, compagno di classe di Marco.

Il tema della sicurezza è molto discusso e complesso e, parlando con i vari studenti, si capisce che dipende dall’azienda in questione. "Appena sono arrivato mi hanno subito fatto fare il corso di sicurezza e mi hanno dato tutti gli strumenti necessari per lavorare, dipende dall’impegno che le aziende mettono nell’affrontare questa esperienza" dice Lorenzo Langela, studente dell’Iti Fermi. Molti alunni denunciano inoltre il fatto che non sono seguiti direttamente da un tutor, una figura dell’azienda che si occupi direttamente di loro e che li affianchi nel loro percorso di formazione. "Noi siamo studenti, non lavoratori, e per questo dovremmo essere seguiti da una figura responsabile, non essere sfruttati in dei contesti che a livello formativo non ci lasciano niente. Ci dovrebbero essere più progetti coerenti con il nostro corso di studio e che non servano solo a “riempire“ delle ore. Ci vorrebbe più organizzazione e le attività dovrebbero essere maggiormente proposte agli studenti" dicono Gaia Manfredini e Niccolò Quilici, del Liceo Artistico.

Questi sono i maggiori problemi che i ragazzi riscontrano nel Pcto, ma tutti gli intervistati sono d’accordo su una cosa: è molto utile per capire che cosa fare in futuro in quanto vengono inseriti in un contesto pratico ed avvicinati al mondo del lavoro. "Grazie ai progetti a cui ho partecipato ho capito che cosa voglio fare da grande, ho le idee più chiare riguardo al mio futuro" dice Lorenzo Rovai, del Liceo Paladini. "La mia esperienza è stata bellissima, mi ha dato l’opportunità di andare a New York per esplorare il mondo della diplomazia che ho capito essere il mio futuro. È utile quando è formativa e valorizza i ragazzi" conclude Rachele Rigali, del Liceo Linguistico Byron.

Giulia Alberigi