Guardare indietro un attimo per poi voltare il viso all’insù e mirare a nuove imprese. Andrea Lanfri non si ferma, non è nel suo Dna. ”L’ex atleta paralimpico della nazionale italiana di atletica leggera, oggi avventuriero e alpinista, primo pluriamputato al mondo a salire in autonomia su Everest“, dice di lui Wikipedia, è pronto. Dopo le mille imprese ora un grande progetto.
“Non posso ancora svelare tutti i dettagli, posso anticipare che sarà un tour straordinario in Italia che partirà e tornerà a Lucca coinvolgendo scuole e associazioni. Un sogno che si avvera e che può crescere“. Sportivamente non ci sarà un giorno “scarico“. “Entro il confine italiano punto a continuare a salire tutti i 4mila delle Alpi. Sono 82 in totale e ne ho già scalate 24, quest’anno la missione è di portarne “a casa“ una trentina e con il 2026 vorrei giungere a ultimare la lista“, annuncia Lanfri.
Tanto, troppo per un atleta menomato da una meningite che nel 2015 lo ha costretto ad amputare gli arti sotto il ginocchio? Tanto, troppo sono vocaboli che per lui non esistono. Al punto che rilancia. “Sempre nel 2025 il progetto è quello di continuare sulla rotta delle Seven Summit. Ne mancano due: il monte Elbrus, 5.645 metri di altezza in Russia, e il Vinson in Antardite, 4.892 metri. Per il primo dovrò valutare la situazione politica, il secondo appena la stagione lo consente“. Quindi un anno denso e pieno di sfide. “Punterò più sulla quantità che sulla qualità anche se tecnicamente le difficoltà non mancheranno – dice –. Per quanto riguarda le Alpi partirò dal Pizzo Bernina, circa 4.040 metri di altezza. Poi mi aspetta il massiccio del Monte Rosa, che da solo conta 21 vette sui 4mila“.
E poi c’è il Nepal. “In quel caso andrò con la mia ragazza, Natascia, anche lei grande sportiva e appassionata di montagna“. Pochi giorni fa la montagna ha fatto altre due vittime, i due alpinisti che scalavano il Gran Sasso. “E’ chiaro che sono tragedie che ti fanno riflettere. In quel caso c’è stata una combinazione sfortunatissima dettata dal maltempo e dal fatto che erano caduti. Magari con una sola variabile in meno si sarebbero salvati. E’ chiaro che il rischio zero in montagna non esiste, ma la sfortuna è sempre dietro l’angolo in ogni momento della vita. Non si può fare a meno di quell’adrenalina per chi l’ha provata e di quei paesaggi che non rappresentano soltanto una sfida“.
A proposito di sfida quella di Lanfri è doppia se non tripla. “Scalerò con le protesi di sempre, non ci sono particolari innovazioni tecnologiche da questo punto di vista. Sono due importanti alleate. Con me forse verrà qualche amico e la mia ragazza. Si vedrà di volta in volta se si vorranno unire. Capiterà anche che salirò da solo, perchè no?“. Appunto, perchè no? Perchè come dice Lanfri sul suo profilo social “Anno nuovo, nuove sfide all’orizzonte, nuovi allenamenti in programma. La cosa più importante è iniziare col piede giusto“.
Laura Sartini