Una perizia psichiatrica dovrà stabilire se Vittorio Pescaglini, l’uomo reo confesso del femminicidio della moglie 51enne Maria Batista Ferreira, era in grado di intende e di volere quando commise l’atroce delitto, il 26 febbraio scorso a Fornaci di Barga. E’ quanto ha deciso ieri il gup Antonia Aracri accogliendo l’istanza del difensore, l’avvocato Gianmarco Romanini, che aveva presentato una consulenza di parte in cui si parla appunto di un possibile vizio di mente.
Il giudice ha fissato al 13 gennaio una nuova udienza per affidare l’incarico al dottor Alberto Petracca che avrà poi alcune settimane di tempo per esprimere la sua valutazione sul 56enne di Fabbriche di Vallico. L’uomo, comparso ieri in aula, si trova attualmente agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il pm Paola Rizzo gli contesta il reato di omicidio volontario, oltre al porto abusivo di arma da taglio. Se dovesse essere ritenuto almeno parzialmente incapace di intendere e di volere, potrebbe ricorrere al giudizio abbreviato o comunque usufruire di un sensibile sconto di pena in Assise. Nell’ipotesi, poco realistica, di un vizio totale di mente, sarebbe invece prosciolto.
I fatti risalgono al 26 febbraio dello scorso anno, quando la povera Maria Batista Ferreira, 51 anni, fu uccisa a coltellate in mezzo alla strada dal marito, davanti all’albergo di Fornaci di Barga dove era andata a vivere dopo aver lasciato la casa dove abitava con lui. Una storia tragica, che scosse tutta la Lucchesia, per l’orrore di questa esecuzione per strada. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quel tragico pomeriggio l’uomo tese una trappola alla moglie dalla quale era separato di fatto da qualche tempo. “Vieni fuori dall’hotel e ti do i 3000 euro che mi hai chiesto...“. Ma invece dei soldi passò da casa a prendere un pugnale con una lama di oltre 20 centimetri e quando lei comparve davanti all’hotel Gorizia, si avventò come una furia sulla povera Maria Batista Ferreira.
A far scattare il proposito omicida, secondo le indagini dei carabinieri, fu un messaggio che la donna gli aveva inviato il giorno prima, in cui diceva di non voler più firmare la separazione. La coppia – che si era sposata nel 2004 a Fabbriche di Vallico – doveva firmare l’accordo consensuale martedì 27 febbraio, ma lei ci aveva ripensato: temeva di perdere i diritti sulla casa e la cittadinanza, con il rischio di doversene tornare in Brasile, dove vive la figlia avuta da una precedente relazione.
Subito dopo il delitto, Vittorio Pescaglini si fece arrestare dai carabinieri e confessò tutto.