Piano Operativo: "La nostra visione della città del futuro"

Il sindaco Pardini illustra lo strumento tecnico adottato in via definitiva "Una nuova stagione della pianificazione urbanistica sostenibile".

Piano Operativo: "La nostra visione della città del futuro"

Il sindaco Pardini illustra lo strumento tecnico adottato in via definitiva "Una nuova stagione della pianificazione urbanistica sostenibile".

Francesco

Meucci

L’approvazione di uno strumento urbanistico è sempre un momento centrale nella vita di un’amministrazione, in questo caso lo avete ereditato dalla precedente. Cosa è rimasto e cosa è cambiato dell’impianto originale del piano operativo?

“L’impianto originale non poteva cambiare perché attua il Piano Strutturale vigente. Dovendo tenere in considerazione tutti i contenuti della legge regionale di governo del territorio e volendo innanzitutto mettere al riparo la città dalle salvaguardie edilizie che sarebbero intercorse dalla seconda metà del mese di dicembre qualora l’iter di approvazione del Piano Operativo non si fosse ancora concluso, non abbiamo potuto procedere ad una ri-adozione del Piano. Dopo aver valutato le risorse disponibili abbiamo infatti deciso che - non essendo possibile produrre nuovi strumenti urbanistici - sarebbe stato più pragmatico approvare il piano adottato, monitorare gli esiti e procedere per successive varianti al Piano Strutturale e al Piano Operativo. Inoltre con l’accoglimento di quasi il 50% delle osservazioni presentate dai cittadini abbiamo corretto gli errori presenti nel Piano Operativo adottato e valutato le tante richieste di modifica di classificazione del patrimonio edilizio esistente”.

Se dovesse riassumere il piano operativo con tre concetti, quali sarebbero?

“Conoscenza e tutela del territorio; potenziamento degli standard pubblici; certezza delle norme. In poche parole, anche grazie al procedimento di conformazione al Piano Paesaggistico regionale - che ha richiesto numerose integrazioni - il Piano Operativo contiene regole certe ed esplicite per la trasformazione del territorio partendo dalla sua conoscenza e tutela, consentendo le trasformazioni sostenibili per un nuova cultura urbanistica diffusa”.

L’iter di approvazione è stato un lavoro immane, faticoso. Avete mai temuto di non farcela?

“Non abbiamo mai avuto dubbi sul programma dei lavori ed i tempi per l’approvazione, anche se il passaggio da un’amministrazione ad un’altra alla guida di una città è sempre un momento delicato. Indubbiamente, all’inizio è stata necessaria una riflessione sul modo in cui portare a compimento il lavoro iniziato dall’amministrazione precedente, ma già dopo aver valutato la non ri-adozione avevamo chiare le modifiche da apportare al Piano adottato, compatibilmente con le possibilità offerte dal Piano Strutturale e le osservazioni prodotte. Essermi messo come primo cittadino alla guida dell’Urbanistica, aver individuato un settore esclusivamente dedicato a questa materia così trasversale e strategica ci ha consentito di fissare con precisione l’obiettivo da raggiungere nei tempi a disposizione, ossia il miglior piano urbanistico possibile in quel contesto”.

Il piano operativo va anche incontro a una Lucca che cambia, una Lucca sempre accogliente e meta privilegiata per i turisti.

“Un piano urbanistico è il presupposto per dare risposte adatte al cambiamento ed alle nuove istanze dei cittadini e delle imprese, per questo occorre una struttura di piano coesa e competente, che monitorizzi le dinamiche e proponga soluzioni che tengano in considerazione le mutate esigenze alla quali la città sta andando incontro e che si sono manifestate nel tempo. Lucca è una città sempre più apprezzata dai turisti, sia italiani che stranieri, ma il Piano Operativo considera il turismo una delle risorse della città e non ‘la risorsa’ della città. Per questo il Piano Operativo approvato mantiene al primo posto le persone che abitano e lavorano sul territorio, ponendo le basi per l’innalzamento della qualità della vita e dei servizi per i suoi cittadini, sempre con un occhio rivolto alla tutela e salvaguardia di Lucca”.

Scendiamo nel pratico, cosa cambia adesso per i lucchesi che vivono nel centro storico e quelli delle periferie. E per le aziende?

“Per i cittadini la nuova normativa regola le possibilità di utilizzare per uso residenziale il piano terra di edifici che rispondano a determinati requisiti di decoro ed introspezione, sia in centro che nei quartieri. Alle aziende consente invece di valutare e programmare con certezza le trasformazioni necessarie per le loro attività o rinnovare il patrimonio esistente, con la possibilità di demolire e ricostruire edifici a fine vita o non adatti alle nuove necessità e alle nuove normative. Il Piano Operativo è adesso uno strumento il più possibile comprensibile da parte di tutti - non solo per i tecnici, ma anche per i cittadini – ed al tempo stesso più dinamico e flessibile”.

Le opposizioni lamentano un massiccio ricorso a nuove edificazioni, in particolare nei quartieri di Sant’Anna, San Concordio San Marco e Acquacalda. È così?

“Di fatto sono le stesse edificazioni che hanno introdotto loro quando erano al governo. I dati del Piano Operativo – in modo particolare se comparati a quelli dei piani urbanistici degli altri comuni toscani e come evidenziato anche nell’analisi della Conferenza paesaggistica regionale condotta con la Soprintendenza la scorsa estate – sono principalmente rivolti al recupero del patrimonio edilizio esistente e soprattutto dei grossi contenitori abbandonati o alla rigenerazione di aree abbandonate presenti in città, spesso fonte di degrado. Insomma, a Lucca siamo entrati in una nuova stagione della pianificazione urbanistica sostenibile, grazie al Piano Strutturale ed al Piano Operativo. Questa è una visione di città del futuro”.