
La notizia per certi versi sta a dimostrare la capacità degli imprenditori lucchesi di sapersi rinnovare e al tempo stesso di mettere in piedi nuove sfide per il futuro. Protagonista è Tiziano Pieretti che cede le sue quote e lascia gli incarichi nei CdA delle aziende del gruppo Paper Board Alliance, ma nel suo futuro in realtà oggi c’è una sfida tutta ambientale. L’imprenditore lucchese dunque lascia l’azienda Industria Cartaria Pieretti creata dal nonno nel lontano 1924, ma davanti a sé in realtà ha già una nuova strada da percorrere nel mondo dell’economia.
"Il Gruppo Paper Board Alliance ha perfezionato l’acquisto del 3,3% delle quote detenute da Clever Hub Srl, Holding di Tiziano Pieretti, che lascia gli incarichi nei CdA del Gruppo - è la nota ufficiale - . La Holding della famiglia Cima torna così ad avere la totalità del capitale del Gruppo cartario. In programma con questo assetto l’implementazione di importanti piani di sviluppo per linee interne ed esterne, per la realizzazione dei quali non si esclude il coinvolgimento di nuovi partner industriali finanziari".
"Il Gruppo PBA che oggi comprende Cartiera dell’Adda, Industria Cartaria Pieretti ed altre 3 società operative - aggiunge la nota ufficiale - chiuderà l’esercizio con un fatturato consolidato stimato in circa 130 milioni di euro e volumi in forte crescita. Giuseppe Cima, in qualità di presidente del Gruppo, ha ringraziato Tiziano Pieretti per il lavoro svolto con grande passione e professionalità a favore di Industria Cartaria Pieretti prima e poi dell’intero gruppo Paper Board Alliance".
Pieretti, una svolta importante?
"L’operazione fatta oggi è stata uscire completamente dal gruppo quindi di liquidare le azioni che avevo all’interno della società; sostanzialmente oggi sono fuori da ICP".
Ed ora?
"Mi chiede cosa farò da grande? Spero tante cose che verranno fuori tra qualche giorno. Io ho già una società che si occupa di energia: si chiama “Clever Hub“ di Fornaci di cui sono amministratore che è in grado di fare una serie di acquisizioni e di attività che si appresterà a fare, ma non è oggi il suo tempo. Tra qualche giorno".
Possiamo saperne un po’ di più?
"Ho dicevo la mia società e come società posso fare una serie di attività - è una Srl - con un ampio mandato sullo statuto sociale e quindi teoricamente potrei entrare in partecipazione con altre società, potrei fare attività di consulenza o qualsiasi attività, che poi è quello che mi appresterò a fare".
Ma c’è un motivo particolare in merito a questa decisione di lasciare?
"Il motivo? Diciamo che non sono una persona abituata a stare con le quote di minoranza, ho deciso di fare una strada più mia. Ho deciso di fermarmi qui, non ci sono motivi particolari. Sicuramente credo che di qui in avanti la sfida della decarbonizzazione, dell’energia, può essere una questione che possa riempire il tempo della mia giornata lavorativa più che dover gestire un’azienda e occuparmi di quei temi. E’ un po’ una focalizzazione su alcuni ambiti".
Di cosa si occupa la sua società?
"Ha un mandato abbastanza ampio, si occupa fondamentalmente di energia, però io mi vorrei occupare della transizione energetica, cioè io vorrei accompagnare le cartiere in particolar modo nella transizione prima al 2030 e poi al 2050: i traguardi si fanno di volta in volta. Io ho delle competenze per poter entrare all’interno delle aziende e dire “dobbiamo fare un progetto di decarbonizzazione“. Penso ad esempio agli impianti fotovoltaici, alle energie rinnovabili. E poi c’è tutto il mondo delle relazioni".
La sua diventa una... sfida ambientale?
"Sì possiamo dire che la mia diventa una sfida ambientale. Quello su cui si deve lavorare non è tanto l’efficienza dove a Lucca si è già fatto molto, ma si deve lavorare sul concetto della vera decarbonizzazione visto che rispetto al ’90 nel 2030 dovremo arrivare a -46% di Co2".
Cristiano Consorti