"Pietrasanta non è zona rossa Basta con le bufale sui social"

Giovannetti rassicura i cittadini ma chiede rispetto delle norme. Neri: psicologi per arginare. capannelli giovanili e alcol

Alberto Giovannetti

Alberto Giovannetti

Anche le bufale si diffondono velocemente come il virus, tipo che Pietrasanta da domani sarà in zona rossa. E così al sindaco Alberto Giovannetti, letteralmente sommerso di messaggi e telefonate da parte di cittadini e genitori disorientati, non resta che ribadire pubblicamente che si tratta solo di voci incontrollate e senza fondamento. "Pietrasanta è, e resta, in zona arancione. Le scuole sono aperte – dice – e le lezioni lunedì si svolgeranno regolarmente: non ci sono misure particolari e aggiuntive, se non quelle che già conosciamo a menadito. I cittadini sono confusi e bombardati ogni minuto, soprattutto attraverso i social, da una mole di informazioni tale da non far capire più quale sia la verità. Nella nostra città il tasso dei contagi è al di sotto della soglia di 250 ogni 100mila abitanti. Questi numeri pertanto sono da zona arancione e le scuole saranno regolarmente aperte. La situazione è in una fase di controllo ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. Tenete su la mascherina – conclude Giovannetti rivolgendosi ai propri concittadini – e informatevi solo da fonti ufficiali".

A sua volta la giunta viene invitata dal Pd a ricorrere all’impiego di psicologi per scongiurare tra i più giovani l’abuso di alcolici. E’ il messaggio che i consiglieri Ettore Neri e Nicola Conti e Irene Tarabella della segreteria rivolgono al vice sindaco e assessore al sociale Elisa Bartoli. "Temiamo – scrivono – che questa situazione possa favorire i comportamenti ribelli tipici di giovani e giovanissimi. La limitata possibilità di relazionarsi, svolgere attività, svagarsi e fare sport, potrebbe portarli a rifugiarsi nell’alcol. I giovani devono avere il sostegno anche della scuola e delle istituzioni per non sentirsi soli o abbandonati. Spesso si ritrovano in pieno pomeriggio a bere alcolici venduti dagli esercizi commerciali: è doveroso denunciare e condannare queste vendite illecite e chiedere maggiori controlli di prevenzione. Con una possibile zona rossa tutto diventerebbe ancor più difficile: suggeriamo alla Bartoli, di concerto con l’Asl e le scuole, di aprire sportelli di psicologi a scuola e negli spazi comunali per sostenere i ragazzi e le famiglie".