Tra una decina di giorni saranno accolti i primi 12 ospiti del nuovo polo Alzheimer del Pio Istituto Campana. Unico e innovativo, potrà accogliere malati da tutta la Versilia e, addirittura, da tutta la Toscana. Una notizia attesa da tempo, per un progetto che è nato una quindicina di anni fa, ma è stato di complessa attuazione: il nucleo dedicato ai soggetti affetti da demenza senile si trova infatti nell’immobile di via Donati (dove un tempo si trovava la scuola per l’infanzia), adiacente alla Rsa, che l’istituto ha acquistato per poi dare il via al maxi progetto di ristrutturazione per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro. Sono infatti terminati i lavori al primo (e ultimo) piano dove sono già stati collocati gli arredi per le 6 camere da 2 letti ciascuna: appena la commissione Asl verificherà lo stato dei luoghi e certificherà la piena funzionalità degli spazi, potranno essere accolti i primi pazienti. Intanto a fine mese i tecnici completeranno la progettazione per intervenire anche sul piano terra dove sono previste altre 5 camere da 2 letti, grazie ad un finanziamento già riconosciuto di 80mila euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
"Per febbraio-marzo l’intera struttura sarà completa – dice soddisfatto Renzo Venturini, presidente del Pio Istituto Campana – garantendo ospitalità ai malati sia in regime residenziale che semiresidenziale con collegamento fisico e funzionale con l’adiacente rsa, ai fini di una migliore organizzazione e gestione dell’attività assistenziale erogata dall’azienda h24. Il nucleo Alzheimer è concepito in modo modernissimo sia dal punto di vista degli impianti che dei comfort e dotato dell’ampio giardino esterno, oltre che di stanze dedicate a possibili situazioni di quarantena, visto il delicato momento che stiamo vivendo. Con la facoltà di libera scelta – prosegue Venturini – potremo accogliere ospiti da tutta la Versilia ma anche dall’intera regione. Se questo progetto è stato possibile, è grazie al sostegno che la Regione ci ha dato già anni fa, quando l’idea era ancora embrionale, riconoscendo uno stanziamento a fondo perduto di 500mila euro. Poi con la vendita del terreno al Portone di proprietà dell’Istituto e con l’accensione di un mutuo da 400mila euro, siamo riusciti a dar concretezza ad un servizio davvero unico per una domanda purtroppo crescente".
Francesca Navari