PAOLO PACINI
Cronaca

Critica l’Asl su Facebook: primario sospeso

Provvedimento disciplinare per il dottor Trivella, pisano: 45 giorni di stop. L’avvocato: "Decisione opposta a quella del pm, non era offensivo"

Un ospedale e, nel riquadro, il primario sospeso

Lucca, 28 dicembre 2019 - Critica con pungente ironia i vertici Asl e l’assessore regionale alla sanità in un post-sfogo su Facebook contro le lunghe liste d’attesa e viene stangato con 45 giorni di sospensione dall’attività professionale in ospedale. Protagonista della vicenda il primario di oculistica del San Luca, il dottor Fausto Trivella, 62 anni, pisano, da oltre 10 anni alla guida del reparto lucchese. Il collegio di disciplina dell’Asl Toscana Nord Ovest ha ritenuto offensive le sue affermazioni sui social e l’ha sanzionato pesantemente con una sospensione di un mese e mezzo che scatterà dal prossimo 7 gennaio. Una vicenda clamorosa che ripercorriamo con il suo difensore, l’avvocato Carlo Di Bugno. Avvocato Di Bugno, può riassumerci questo caso alquanto singolare? "La vicenda si è sviluppata in due fasi. Il dottor Trivella ha pubblicato il post nella tarda serata del 2 novembre e dopo circa due ore è stato contattato dall’ufficio legale della USL Toscana Nord Ovest, che gli suggeriva di rimuoverlo. A quel punto, il mio cliente ha subito ubbidito". Il post faceva riferimento ad alcune persone precise? "Sì, nel post venivano richiamati il Governatore Rossi, l’assessore alla salute Saccardi, l’attuale presidente del Consiglio regionale Giani, Letizia Casani, direttore generale della USL Nord Ovest e altri dirigenti Asl". Il dottor Trivella ha rimosso il post ritenendo che fosse offensivo? "Le posso dire che il dottore ha sempre insistito nel sostenere che nessuna affermazione contenuta in quel messaggio avesse un contenuto offensivo, non negando tuttavia il tono canzonatorio e ironico delle sue frasi, tono che, secondo la suscettibilità dei destinatari, poteva essere malamente inteso. Proprio per questo, infatti, alcuni giorni dopo, egli chiese pubblicamente scusa, laddove qualcuno si fosse sentito offeso, rinnovando la sua stima nei confronti del sistema sanitario toscano". E poi cosa è accaduto? "Lui riteneva che la questione fosse chiusa lì, confortato anche dal fatto che l’assessore Saccardi, evocata nel post, era intervenuta alcuni giorni dopo sui giornali affermando che la USL Nord Ovest manifestava, nel panorama toscano, criticità in ordine ai tempi di gestione delle liste di attesa. E invece, il 25 novembre il Trivella apprendeva di una sua convocazione davanti all’Ufficio Procedimenti Disciplinari della USL per il 5 dicembre, mentre il 30 novembre veniva identificato, quale indagato, per il reato di diffamazione ai danni dell’Azienda. Una querela presentata in Procura a Pisa". Quali sono state le sue reazioni? "E’ rimasto sconcertato. Non ci voleva molto per capire che l’azione giudiziaria, combinata a un’azione disciplinare che ad essa faceva riferimento, ipotizzavano conseguenze gravissime, visto che la diffamazione evoca regole deontologiche che, per i medici, possono portare a pesanti sanzioni disciplinari, quali la sospensione o addirittura il licenziamento. Il dottore è stato convocato per un interrogatorio da tenersi il 10 dicembre, proprio in ordine al reato di diffamazione. L’Azienda aveva una singolare urgenza, testimoniata dal fatto che la convocazione dell’incolpato era avvenuta senza nemmeno il rispetto del termine a comparire davanti all’Ufficio di disciplina, che è di 20 giorni. Allora l’udienza è stata rinviata al 24 dicembre, vigilia di Natale". La vicenda penale a che punto è? "Pochi giorni dopo l’interrogatorio, il pm ha archiviato la querela dell’Usl, con la seguente motivazione: “come emerge prima facie dal tenore letterale del post, lo stesso appare critico nei confronti della sanità locale, di cui stigmatizza l’inefficienza, attribuendola alla dirigenza amministrativa e politica locale e regionale: in ogni caso trattasi di commento forte nei toni, ma non tale da compromettere la sfera morale del soggetto passivo denunciante, ovvero la USL, né, per l’indiscriminata generalizzazione, i soggetti singolarmente considerati (…) in ogni caso trattasi di espressioni così generiche e superficiali, tali da potersi considerare al più un’opinione polemica, priva di effettivo contenuto lesivo e in cui neppure la forma lessicale (come nel caso dell’espressione “tutti a casa”) appare estrinsecarsi in connotati direttamente o indirettamente aggressivi". Questa archiviazione a quando risale? "E’ stata emessa prima dell’udienza del 24 dicembre, tant’è che è stata depositata agli atti del Collegio di disciplina, con la specifica richiesta di ricondurre l’eventuale contestazione a un’ipotesi d’illecito disciplinare più lieve, che prevede come sanzione esclusivamente la censura o, al massimo, la multa da 200 a 500 euro". L’ufficio procedimenti disciplinari ha deciso? "Sì, il 24 mattina stessa, sanzionando il primario con 45 giorni di sospensione dall’attività lavorativa. In sostanza, la decisione dell’autorità giudiziaria non ha spostato di un millimetro la valutazione del Collegio di disciplina". Pensate di ricorrere contro questo provvedimento? "La sanzione è stata proposta dallo stesso Collegio chiedendo il consenso del dottore, soluzione che non permette una successiva impugnativa contro il provvedimento disciplinare". Quali erano stati fino a quel momento i rapporti del dottor Trivella con la Usl? "Più che ottimi, direi. In 40 anni di carriera non ha mai avuto un procedimento disciplinare, e non solo per i rapporti con l’Azienda, ma soprattutto perché mai è stato coinvolto in situazioni di negligenza professionale. Ha sempre operato per guadagnarsi la stima del suo datore di lavoro e quella, forse più importante, delle migliaia di persone che ha curato, non avendo mai perso di vista che il dovere di un medico, primario o meno, generico o specializzato, è quello di attuare il principio costituzionale che garantisce ai cittadini un sistema per le cure dei loro malanni. E da quest’ultimo punto di vista, me lo lasci dire, il mio assistito non ha davvero niente da rimproverarsi". Ma in definitiva cosa diceva questo post della discordia? "Il dottor Trivella preferisce non ripetere quelle frasi. Non si comprende bene quali limiti ci siano della libertà di manifestazione del proprio pensiero...". E il problema delle liste d’attesa? "Stesso discorso; se esiste un problema, il primario vuole che siano altri, da ora in avanti, a sollevarlo. Visto com’è andata la vicenda fino a questo momento, vorrebbe evitare di essere crocifisso in sala mensa..." Il dottor Trivella adesso resterà a casa per 45 giorni? "No. Anche per non far gravare la situazione sui pazienti del reparto (anche se immagino che l’Asl sarebbe intervenuta per evitare disagi) ha deciso di avvalersi della facoltà offerta dalla legge, che consente di convertire la sospensione con una sanzione pecuniaria equivalente allo stipendio che sarebbe stato corrisposto per quel periodo. Quindi non abbandona il suo reparto. Ha deciso di spendere più di 5mila euro per “pagarsi” il suo lavoro, che rappresenta la sua ragione di vita, come ben sanno tutti quelli che lo conoscono, compresi, ne sono certo, i suoi datori di lavoro". © RIPRODUZIONE RISERVATA