
Tribunale (foto d'archivio)
Lucca, 6 settembre 2016 - Tre anni fa la sentenza dopo un processo che lo aveva visto accusato di molestie e violenza sessuale nei confronti di un suo studente. Ora una nuova tegola per un insegnante di un istituto superiore della Lucchesia che, in base ai giudici della Corte dei Conti, dovrà risarcire lo Stato. Proprio così. All’epoca dei fatti lo studente non aveva ancora 16 anni. L’insegnante, accusato da uno studente, fu sospeso dal servizio dal primo gennaio del 2014 e fino al giugno di quello stesso anno. La scuola, nel frattempo, dovette così fare due contratti a tempo determinato per sostituire quella cattedra che era rimasta vacante visto il provvedimento di sospensione.
Poi il processo, che portò ad una condanna a un anno e sei mesi. Anche se comunque il professore si è sempre dichiarato innocente parlando di un equivoco. In pratica di attenzioni che sarebbero state scambiate per molestie. Dello stesso avviso però non fu la Procura, che invece chiese il rinvio a giudizio. Così le indagini, complesse e non certo semplici, e un incidente probatorio durante il quale furono ascoltati anche alcuni compagni di classe della vittima. Alla fine la condanna passata in giudicato nel febbraio del 2013. Adesso però, nuovi guai per il professore perché con la sentenza della Corte dei Conti di questi giorni, il docente sarà costretto a pagare all’Erario 1.351,24 euro. In pratica si tratta del pagamento relativo al fatto che lo Stato, a causa del suo comportamento, avrebbe ricevuto un danno economico.
In pratica la cifra che dovrà pagare è la differenza tra quanto il professore avrebbe percepito se non fosse stato sospeso dals ervizio restando al suo posto titolare della cattedra, e invece la spesa che il Ministero della pubblica istruzione ha sostenuto per sostituirlo in quei mesi in cui non era al lavoro.