Valorizzare la castagna attraverso itinerari naturali e culturali sostenibili, con capofila la provincia di Lucca che attiverà una convenzione con l’Unione Comuni Garfagnana per gestire azioni di promozione del territorio e degli itinerari della castagna. E’ questo l’intento di "Castour", il progetto internazionale di valorizzazione della castagna, presentato presso la Sala Accademia di Palazzo Ducale a Lucca, finanziato con il Primo Avviso del Programma Italia-Francia Marittimo 2021-2027 – che vede la Provincia di Lucca capofila e come partner Università di Siena, Istituto di Linguistica Computazionale del Cnr di Genova, Comune di Belvì (Nuoro), Collettività Territoriale della Corsica, Ente Parco Regionale Naturale dell’Antola e Dipartimento del Var. Al progetto prenderà parte l’Unione Comuni Garfagnana in qualità di soggetto sub-partner. "Ancora una volta – spiega il presidente dell’Unione Comuni Garfagnana Andrea Tagliasacchi – il nostro Ente è in prima fila per la valorizzazione delle risorse territoriali. La cooperazione transnazionale contribuisce a sviluppare approcci condivisi per la gestione sostenibile dei castagni e permette di confrontarsi con contesti diversi per un costruttivo scambio di buone pratiche".
Durante l’incontro a Lucca si è parlato su come sviluppare strategie sostenibili e inclusive in grado di tutelare e valorizzare tradizioni e identità locali in un mercato sempre più globale. Attraverso la testimonianza di esperienze territoriali e pratiche di scambio, si è rafforzata quindi la consapevolezza dell’importanza di fare rete. E’ stato infine possibile misurare i punti di forza del territorio e il contributo fondamentale che il mondo accademico può dare nel valorizzare la filiera e i percorsi della castagna.
La Garfagnana, in questo contesto, si inserisce come una terra con una grande vocazione storica legata, in particolare, al prodotto trasformato. Il patrimonio locale della castagna si fonda sulla produzione della farina di neccio Dop della Garfagnana, sulla coltivazione di numerosi castagneti da frutto e sulla presenza di ben 12 mulini a pietra funzionanti.
Dino Magistrelli