Provincia, il Pd non trova la quadra. Il candidato alla presidenza lo deciderà la segreteria regionale

Non c’è l’accordo su nessuno dei tre sindaci in campo: Pierucci (Camaiore), Bonfanti (Pescaglia) e Andreuccetti (Borgo a Mozzano) a sciogliere i nodi adesso saranno i vertici toscani del partito.

Provincia, il Pd non trova la quadra. Il candidato alla presidenza lo deciderà la segreteria regionale

Pierucci (Camaiore)

Niente accordo, la palla passa alla segreteria regionale: in casa Pd non si è arrivati a una quadra in vista della scelta del candidato per la presidenza della Provincia. Le riunioni tenutesi nei giorni scorsi non hanno sciolto l’impasse e individuato il nome da contrapporre al sindaco di Lucca Mario Pardini che correrà per il centrodestra.

La terna Pd – Marcello Pierucci sindaco di Camaiore, Patrizio Andreuccetti di Borgo a Mozzano e Andrea Bonfanti di Pescaglia – è rimasta tale, con le due segreterie territoriali, quella della Versilia e quella di Lucca, Piana, Mediavalle e Garfagnana, con la prima che è schierata con Pierucci e la seconda con Andreuccetti e Bonfanti, che non riescono a trovare un punto di equilibrio.

La segreteria della Versilia – ma che conta sull’appoggio di spezzoni importanti della Lucchesia, a partire dal presidente uscente Menesini, ma anche dall’ex candidato sindaco a Lucca Raspini che potrebbe divenire il riferimento per il capoluogo nell’ipotesi di una candidatura del sindaco di Camaiore – continua a rivendicare la candidatura di un esponente di quel lato della provincia, dopo quasi trent’anni di presidenti Ds-Pds e Pd di Lucca (Baccelli ) o della Piana (Menesini) o della Garfagnana (Tagliasacchi). Dall’altro lato del monte di Quiesa, si propone Bonfanti, accreditato di raccogliere consensi ben oltre il Pd, o Andreuccetti come soluzione di mediazione. In mancanza di un punto di equilibrio, sarà dunque la segreteria regionale che nella prossima settimana sarà chiamata a mediare e, in ultima analisi, a decidere, ovviamente tenendo conto delle richieste dei territori così come delle capacità di aggregazione. Nei giorni scorsi, un appello a fare presto e a coinvolgere anche l’area politica che non è espressione diretta del Pd, è arrivato da una serie di consiglieri comunali di sinistra e civici.

Bene non dimenticare, che il Pd, almeno sulla carta, non ha la maggioranza dei voti necessari per l’elezione fermandosi intorno al 46 per cento dei voti dei consiglieri comunali che saranno chiamati a votare. Il suffragio universale, come noto, è stato abolito con la riforma delle province dell’ex ministro Pd Delrio: i cittadini, in sostanza, non potranno esprimere le loro preferenze, solo i consiglieri comunali eletti nel territorio provinciale. Palla dunque alla segreteria regionale che, salvo colpi di scena ovvero il reinserimento dei due nomi usciti a suo tempo dalla rosa, quello del sindaco di Piazza al Serchio Carrari e di Altopascio D’Ambrosio, dovrà scegliere quale petalo schierare il prossimo 29 settembre per la corsa a Palazzo Ducale.

Fabrizio Vincenti