Puccini è la modernità. Puccini è l’Italia nel mondo. E la mostra Puccini Manifesto che ha aperto i battenti ieri alla ex Cavallerizza di piazzale Verdi e che racconta il rapporto tra Giacomo Puccini e il Manifesto pubblicitario, nel centenario della morte del Maestro, ha ricevuto la visita del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi che, lo ha spiegato nell’incontro con la stampa, non ha voluto mancare. A un appuntamento che è tra i più interessanti e originali nell’ambito del centenario, una conferma del legame tra il Maestro e la modernità. Accompagnato dal sindaco Pardini, dall’onorevole Amorese e da molti altri esponenti politici, Mazzi ha di fatto dato il battesimo all’evento che resterà aperto sino al 2 marzo 2025.
"Questa mostra è la testimonianza della modernità di Puccini: 100 anni dalla sua morte sembrano tanti, ma è più vicino a noi di quanto si possa pensare. Basti ricordare che in tanti gli sono debitori, visto che ha inspirato artisti di tutto il mondo".
Per lei cosa rappresenta Puccini?
"Guardi, personalmente è l’artista che amo di più ed è una delle ragioni per cui ho voluto essere qui oggi".
Accennava alla modernità di Puccini: la mostra fa risaltare proprio il rapporto del Maestro con la comunicazione, dunque anche con la modernità attraverso i manifesti delle sue rappresentazioni nel mondo.
"Ci sono tante lettere di Giuseppe Verdi in cui si lamentava proprio dei pochi manifesti che reclamizzavano le sue opere. Anche in questo si vede la modernità di Puccini che si rileva anche dal bellissimo manifesto emblema della mostra di Lucca".
Cosa significa per l’Italia nel mondo la figura di Puccini?
"E’ l’artista più rappresentato e tra i più amati. Dobbiamo insistere su di lui. Sono reduce dal G20 della Cultura in Brasile e mi sono reso conto ancora una volta di quanto sia considerata l’opera italiana che abbiamo donato al mondo. C’è poi da considerare che attraverso l’opera le persone imparano l’italiano. L’opera è un presidio della lingua italiana nel mondo".
Che giudizio dà delle attività del Comitato per le celebrazioni pucciniane?
"Siamo soddisfatti, il Comitato, come si ricorderà, è stato costituito dal governo Draghi che fece le sue scelte. Si poteva fare meglio, ma sono comunque state fatte cose buone e alcune sono ancora in divenire. Certo che un evento come il concerto diretto dal maestro Muti che viene visto da 20 milioni di persone è un risultato straordinario, anche tenendo conto che Muti è una delle eccellenze italiane più conosciute al mondo. So che sono ancora in corso i lavori di restauro alle case pucciniane, ma complessivamente è stata una operazione meritoria".
Si parla di una possibile proroga del Comitato stesso.
"Non è all’ordine del giorno, ma mai dire mai: al momento va alla sua scadenza naturale".