CRISTIANO CONSORTI
Cronaca

Roberta fa poker, ecco la quarta laurea: "La dedico alla mia famiglia"

Quarta laurea per la professoressa Roberta Bergamini di Barga. L’ultima in Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni

Roberta Bergamini

Roberta Bergamini

Lucca, 21 luglio 2023 – Non c’è due senza tre e la quarta vien da sé. La professoressa Roberta Bergamini di Barga si è laureata, per la quarta volta, venerdì 14 a Firenze in Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni. Titolo della tesi: "La leadership scolastica tra resistenze e cambiamento" discussa con il professor Carlo Odoardi. I suoi precedenti sono la prima laurea triennale in formatore multimediale, la seconda laurea magistrale in dirigenza e pedagogia speciale nella scuola e nei servizi socio educativi e il dottorato di ricerca in scienze della formazione.

A chi dedica la quarta laurea?

"Ai miei figli, a mio marito e a tutti quelli che mi hanno aiutato ed esortato nell’andare avanti, ma anche alla memoria dei miei genitori e dei miei suoceri".

Qual è la sua attività professionale oggi?

"Sono una docente distaccata sui progetti nazionali in un ufficio ministeriale. Inoltre sono formatore a livello regionale per i docenti neo immessi. Il mio argomento è l’educazione civica".

Il suo obiettivo per il futuro?

"Sicuramente la dirigenza, anzi l’alta dirigenza perché tutte le mie lauree sono in sintonia con questo obiettivo".

Ha un curriculum orientato alle tecnologie e all’educazione civica. Come giudica gli studenti di oggi su questi fronti?

"Oggi i ragazzi sono sempre più digitalizzati, sempre più presi dagli aspetti coinvolgenti della comunicazione. Mi occupo dell’educazione civica e dunque anche di dare risposte relative al mondo digitale anche con senso critico e costruttivo. Si tratta di competenze da sviluppare nella scuola. Ci dobbiamo preoccupare di aiutare i ragazzi rispetto al senso di certe sfide che portano a situazioni estreme, talvolta irrimediabili. L’uso del cellulare ha varie sfaccettature. I ragazzi hanno preferenze su determinate fruizioni, per esempio l’aspetto dei followers. Oggi si arrivano a produrre video estremi sulle sfide e anche oltre il cyberbullismo. Insomma una connotazione sbagliata".

Ma esiste anche un rovescio della medaglia, ovvero un aiuto che viene dalla tecnologia della comunicazione?

"Certo. Per esempio la comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) rappresenta un grande supporto per aiutare i ragazzi con disabilità, così come robotica educativa. Per educare i ragazzi non vanno demonizzate le tecnologie. Non si può dir loro: “buttate via il telefono”. Si devono sviluppare competenze per la gestione di questi mezzi e di cittadinanza attiva per non andare verso le derive delle sfide e del cyberbullismo. Sono proprio questi gli aspetti che tratto per lavoro e per questo credo sulla forza della scuola".

E’ anche scrittrice, con diversi libri pubblicati. I più recenti?

"Giovinezza è la storia di una donna di Gallicano che riprende tutti gli aspetti della scuola al tempo del fascismo. Ho intervistato mia suocera e ho visto i suoi quaderni e libri dell’epoca. Ne è venuto fuori un racconto di come era la vita a quei tempi, a scuola e nel paese. L’ultimo libro, “La malinconia del boomerang”, è una storia d’amore sofferta".

Paolo Mandoli