
Chi transita in via Santa Croce, all’altezza di vicolo dell’Altopascio, verrà attratto da una vetrina di esposizione di indubbio interesse, di uno studio pittorico. Non è la solita soffitta adibita all’uopo, ma una specie di negozio che nella parte interna serve come laboratorio di pittura. Si nota una serie di quadri posti nella vetrina, quadri originali come stile e gusto, dipinti da Giampaolo Bianchi che abita lo studio dove ha generato queste opere di singolare complessità. Bianchi opera sin da giovanissimo attenendosi sempre a un genere che, oltre all’originalità dei soggetti, gioca sulle diverse interpretazioni dei soggetti stessi.
Gioca sulle singolari variazioni di tema giocando sulla figura della donna, che non è una donna come tutte, ma che porta con sé nel corpo e nella conformazione di esso, nonché in quello che si può considerare una specie di addobbo, tutto quello che genera l’arcano e che il pittore stesso sembra voler tenere chiuso in sé. Compito del visitatore è la decifrazione delle immagini nel loro coraggio figurale, indispensabile nell’orchestrare tutti i mezzi espressivi che il pittore mette a disposizione della sua arte. E’ indispensabile per oltrepassare il varco delle apparenze esteriori, tanto che la superficie dipinta non è un supporto su cui stendere i vari colori e delineare con il segno le figure, ma piuttosto lo svelare quello che c’è di inquietante e misterioso nello strato di colori che formano la figurazione stessa. Quella figurazione prevalentemente di donne che, sia pure legate a espressività misteriose e a riferimenti che potrebbero anche definirsi deistici, o anche mitici, rispecchiano anche la loro umanità. Insomma un pittore, il Bianchi, che sa esprimere con la sua arte una creatività che è anche simbolo di indiscussa originalità.
Mario Rocchi