Lucca, 13 settembre 2018 - Anche a Lucca come in molte altre città europee ci saranno le “pietre d'inciampo”. Si tratta di un'iniziativa ideata dall'artista tedesco Gunter Demning nel 1993 per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio e nei campi di concentramento nazisti. A Lucca è stata proposta dall'Istituto Storico della Resistenza e subito accolta dall'amministrazione comunale.
“Tra i principi che ispirano l'azione dell'amministrazione comunale – spiega l'assessora alla continuità della Memoria Storica, Ilaria Vietina – vi è quello di garantire la crescita di una cultura della non violenza, della pace, della libertà, della democrazia, che sono state conquistate con grande sacrificio dai cittadini lucchesi”. “Tanti luoghi, anche della nostra città – aggiunge Vietina –, sono stati testimoni di questo sacrificio. Con queste piccole pietre intendiamo, assieme all'Istituto Storico della Resistenza, restituire alla città e soprattutto alle giovani generazioni che sono lontane da questi eventi proprio a causa della loro età, la memoria e il rispetto per questi luoghi. L'inciampo non sarà fisico, ma visivo e mentale, e costringerà chi passa in corrispondenza del luogo dove è apposta la targa a ricordare quanto accaduto lì in una determinata data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l'attualità”.
Le “pietre d'inciampo” sono piccole targhe in ottone della dimensione di un sampietrino poste su cubetti della dimensione dei porfidi delle pavimentazioni stradali, che sono poi incastonate nel selciato davanti all'ultima abitazione scelta liberamente dai familiari della vittima. Ogni targa riporterà la dicitura “Qui abitava...”, il nome della vittima, data e luogo di nascita, data di morte o della scomparsa, se note. La prima pietra d'inciampo del Comune di Lucca sarà quella che ricorderà, in via Pisana Vecchia a Sant'Anna, Elia Simoni, internato nei lager nazisti dopo la proclamazione dell'Armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943.
Agli eredi di Simoni è stata consegnata nel gennaio del 2017 in Prefettura la medaglia d'onore, in occasione della Giornata della Memoria. Il prossimo gennaio, sempre in occasione della Giornata della Memoria, verrà apposta questa prima pietra d'inciampo a ricordo di Elia Simoni e alla cerimonia parteciperà anche l'artista Gunter Demning.
Chi era Elia Simoni. Elia Simoni nacque nel 1919 a Fagnano. Era un aviere di aeroplano. Fu uno degli 800mila "Imi", gli Internati militari italiani, dal tedesco "Italienische Militär-Internierte", nome ufficiale dato dalle autorità del Terzo Reich ai soldati italiani che dopo il disarmo si rifiutarono di continuare a combattere con l'esercito tedesco e appoggiare la Repubblica di Salò. Fu catturato nell'agosto 1944. Le ricerche sulla sua deportazione sono ancora in corso: in Germania ci rimase fino alla fine della guerra. Come hanno raccontato le figlie Daniela e Maria Giovanna durante la cerimonia in Prefettura, Elia, una volta tornato a casa, ha elaborato il suo dolore raccontando la sua storia di fame e di freddo, di lavoro forzato e di sofferenze e così, nonostante questa tremenda esperienza, ha continuato a restare una persona con tanta gioia di vivere. Elia Simoni, una volta tornato nella sua casa a Lucca, ha lavorato come macellaio. È morto nel 2015.