Non solo esercizio di stile, ma dimostrazione che uno strumento musicale, in questo caso la chitarra, può esprimere sentimenti e stati d’animo, senza bisogno di parole. In un Teatro del Giglio praticamente sold out, giovedì sera, Robben Ford ha dimostrato perché sia universalmente riconosciuto tra i migliori chitarristi del pianeta.
Mettiamoci in più tre altri grandi musicisti quali Darryl Jones (basso), Larry Goldings (tastiere) e Gary Husband (batteria) e il gioco è fatto. Pubblico entusiasta e felice, proveniente da tutta la Toscana e non solo, tanti naturalmente anche i chitarristi, ma non solo.
Ma tutto il tour italiano organizzato dalla Di&Gi ha fatto registrare grande successo, segno dell’affetto del pubblico che ricambia l’amore dell’artista per il nostro paese. Ford azzarda qualche parola in italiano, ringrazia i fan con grandi sorrisi e abbozza un siparietto con la fidanzata dietro le quinte, dopo averle fatto gli auguri di compleanno.
Un’ora e 40’ di grande intensità, tra rock, funky e fusion, con il tipico approccio jazz di lasciare a ogni musicista spazio per il proprio assolo. In scaletta spazio al nuovo album “Dragon tales” e sono tre i brani dedicati, come promesso, al maestro Jeff Beck, tra i quali il capolavoro di Charles Mingus “Goodbye pork pie hat”. E a un certo punto arriva anche la sorprendente cover di “Jealous Guy” di John Lennon.
Per i puristi, l’unica chitarra suonata nella serata da Robben è stata una Fender Stratocaster. E con un concerto come questo anche la fredda nottata sembra più dolce.