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Un momento. della conferenza stampa di presentazione del comitato “Rsa futuro e speranza“ (foto Alcide)
Un laboratorio di idee per migliorare la vita delle persone anziane nelle residenze sanitarie assistenziali. È nato ufficialmente il comitato provinciale ‘Rsa futuro e speranza’ con l’obiettivo di coinvolgere associazioni, sindacati e cittadini per instaurare un dialogo costruttivo con le istituzioni e lavorare a soluzioni condivise per far fronte ai bisogni di chi vive nelle strutture, sia da ospite, sia da operatore.
“Vogliamo promuovere un modello di qualità personalizzato e centrato sui bisogni del singolo ospite - ha spiegato il presidente Domenico Capezzoli, affiancato da Celestino Marchini di Impegno civico per Lucca -, e allo stesso tempo migliorare le condizione lavorative degli operatori, anche adoperandoci per far rivedere i parametri regionali che regolano il funzionamento delle Rsa. Il tutto creando un dialogo costruttivo tra enti e persone perché la residenza sanitaria assistenziale non è un’isola, ma è parte integrante della nostra comunità”.
Un tema che tocca da vicino proprio il comune di Lucca, con l’annuncio da parte dell’amministrazione della progressiva chiusura della struttura di Monte San Quirico e l’ipotesi di adibire a Rsa alcuni immobili di Campo di Marte. “Una soluzione che noi sosteniamo, ma non come ‘toppa’ per lo smantellamento di una residenza sanitaria - spiega il consigliere di Sinistra con Daniele Bianucci -. Lo abbiamo già visto con la chiusura di villa Santa Maria: dismettere immobili dedicati alla cura è una strategia miope che, in aggiunta al blocco delle quote sociali e sanitarie, ha portato tre anni fa ad avere 150 persone in lista di attesa. Per questo serve avviare un confronto concreto per capire anche a che punto sia - se c’è - la trattativa tra Comune, Asl e Regione per un eventuale recupero dei locali di Campo di Marte”.
Della tutela dei lavoratori hanno parlato anche Giada Bellandi per la Fisascat Cisl e Michele Massari per la Uil Fpl. “Ultimamente – hanno sottolienato i sindacalisti – siamo riusciti a ottenere un contratto un pochino più dignitoso ma non basta: bisogna aggiornare i parametri che definiscono l’autosufficienza e capire che oggi nelle Rsa serve più personale per rispondere alle crescenti esigenze di cura”.
Jessica Quilici