GIULIA PRETE
Cronaca

Rwanda, tra dolore e bellezza : "Un’esperienza indimenticabile"

La commovente intervista a un missionario della Diocesi di Lucca partito la scorsa estate. CLASSE VA - SCUOLA S. DOMENICO SAVIO PIEVE SAN PAOLO CAPANNORI (LU) .

Un collage di disegni degli alunni e delle alunne della classe V

Un collage di disegni degli alunni e delle alunne della classe V

Gli studenti hanno intervistato Samuele Mainardi, un giovane della Diocesi di Lucca, che insieme alla sua fidanzata Adele Gardin, hanno vissuto un’esperienza indimenticabile in Rwanda.

Come è nata l’idea di andare in Rwanda con la diocesi di Lucca? "L’idea di partire per il Rwanda è nata durante un incontro con il gruppo di giovani della diocesi. Ogni anno, la diocesi organizza missioni in vari paesi per aiutare le comunità in difficoltà. Quando ci è stata presentata l’opportunità di andare in Rwanda, ho subito sentito il desiderio di partecipare, per conoscere meglio una cultura diversa dalla nostra e cercare di fare il possibile per dare una mano alle comunità locali".

Qual è stata la tua prima impressione arrivato in Rwanda? "Quando sono arrivato in Rwanda, sono rimasto colpito dalla bellezza del paese, con le sue montagne verdi e i paesaggi mozzafiato. Ma la cosa che mi ha colpito di più sono stati gli occhi delle persone. Il loro sguardo appare duro e confuso, ma appena porgi loro un saluto ricambiano con un grande sorriso. Ho percepito subito un forte rispetto sincero verso l’ospite. Nonostante la storia difficile del paese, ho trovato una grande voglia di ricominciare e di vivere con speranza. I rwandesi sono molto accoglienti e sorridenti, il loro sorriso è contagioso".

Di che tipo di attività vi siete occupati durante la missione? "Abbiamo lavorato principalmente con i bambini e le famiglie, cercando di conoscere la comunità locale e di renderci utili. Abbiamo organizzato attività ricreative per più di 800 bambini soprattutto giocando a calcio e basket con loro, inoltre ci hanno insegnato uno sport che ci è piaciuto molto: il cricket".

Cosa ti ha colpito di più? "La cosa che mi ha colpito di più è stato il senso di comunità. In Rwanda, la famiglia e la comunità sono al centro della vita quotidiana. Non si vive solo per sé, ma si pensa sempre al bene comune".

Qual è stata la lezione più grande che hai imparato in questa esperienza? "La lezione più grande che ho imparato è che spesso misuriamo la felicità in base a quanto abbiamo o in base a ciò che ci manca, dimenticando tutto ciò che la vita ci ha già donato. Mi hanno insegnato che, anche nei momenti difficili, la vera felicità non dipende da ciò che possediamo, ma dalla capacità di trovare valore in ciò che abbiamo".

Cosa porterai con te da questa esperienza? "Il ricordo dei sorrisi dei bambini, della gentilezza delle persone e del senso di comunità che ho respirato. Ma soprattutto, mi è rimasta nel cuore la serenità con cui i ruandesi affrontano la vita, trovando felicità in ciò che hanno".