"Sarebbe bastato un semplice aggiornamento del centro abitato con una delibera di giunta". Lo afferma l’opposizione di Porcari dopo la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso dei comitati e dei cittadini.
"Dal 12 novembre ad oggi sono state recapitate oltre 250 lettere al sindaco Fornaciari, affinché proceda a fare quello che fino ad oggi poteva fare ma non ha voluto – si legge in una nota del gruppo di minoranza - l’aggiornamento, con una semplice delibera di giunta, della perimetrazione del centro abitato ai sensi del Codice della Strada. Tanto sarebbe bastato – aggiunge Barbara Pisani, capogruppo “La Porcari che vogliamo“ - a fermare l’impianto".
Nella lettera, elaborata dai comitati e distribuita nell’assemblea dello scorso 12 novembre, i cittadini, di Porcari ma anche di Capannori, si rivolgono al sindaco con la speranza che le sue dichiarazioni di disaccordo rispetto all’Impianto dei pannoloni, previsto a Salanetti, si traducano in un atto concreto in grado di mettere fine alla questione "Si legge nella lettera – prosegue l’opposizione – che la soluzione è molto semplice e compete al primo cittadino provvedere ad un atto amministrativo che dichiara che il centro abitato di Porcari si estende e arriva fino all’estremità ovest di Via Ciarpi, come è anche dimostrato dai documenti e dal cartello stradale presente in loco. Tutto ciò deve essere fatto velocemente, prima che venga rilasciata l’autorizzazione all’Impianto. Ora è arrivato il momento di dimostrare con i fatti se Fornaciari è veramente contrario. Le persone si sono stancate dei sermoni dell’amministrazione Fornaciari, che - dice Pisani, - hanno avuto lo scopo di perdere tempo e di spostare l’attenzione.
La prova è stata la sentenza del Tar: l’amministrazione di Porcari non è mai stata contraria alla struttura. Vediamo se di fronte alla mobilitazione di tanti cittadini, che come un mantra chiedono al sindaco una semplice cosa, continuerà a nascondersi oppure farà ciò che serve effettivamente per contrastare il riciclo di pannoloni, pannolini e scarti tessili".
La vicenda della "grande lavatrice", come è stata definita, è ancora in fase di discussione. Il Comune aveva attivato il ricorso al Presidente della Repubblica, poi fatto confluire in un ulteriore ricorso al Tar.
Massimo Stefanini