L’ex sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, oggi responsabile sanità del Pd lucchese, interviene sull’argomento della sanità locale dopo l’approvazione della legge finanziaria.
"Che i conti in sanità non tornano – afferma l’ex primo cittadino – lo abbiamo appreso non soltanto dai dati più volte diffusi da esponenti del Pd ma oggi ce lo dice anche la Fondazione Gimbe (presieduta da Nino Cartabellotta, ndr) che con queste parole apriva un comunicato dello scorso 4 novembre nel quale analizza in dettaglio le previsione di spesa per l’anno in corso".
Tambellini sostiene che le difficoltà evidenziate sia dal Pd che da Gimbe, non saranno relative solo all’anno 2025.
"Per la sanità – prosegue – mancheranno 19 miliardi di euro da ora alla fine del 2030; nel 2027 il finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale scenderà al 5,3 % del Pil nazionale, al minimo storico rispetto ad altri paesi europei che hanno una spesa sanitaria attestata intorno al 7% del loro Pil; è vero che in ragione del nostro notevolissimo debito pubblico le risorse sono limitate ma è evidente che proprio la contingenza complessa, rende ancora di più necessario valutare la migliore allocazione delle risorse, visto che dichiaratamente l’attuale Governo non è intenzionato a metter mano a una seria riforma fiscale che vada al di là dei semplici condoni, né alla revisione strutturale della spesa generale dello Stato, che elimini eventuali sprechi".
Secondo Tambellini che cita interventi sulla stampa specializzata, "la spesa sanitaria per acquisti dal settore privato è cresciuta negli ultimi 20 anni di 12 miliardi, per attestarsi nel 2023 a quota 27 miliardi, cioè a oltre il 20% della spesa totale; si rileva che continua a salire la spesa sanitaria direttamente a carico dei cittadini – non rimborsata dal Ssn - passata da 28,13 miliardi nel 2016 a 40,26 miliardi nel 2023".
Tambellini spinge su una riflessione: "Credo che sia necessario chiedersi se vogliamo ancora spingere verso la privatizzazione, come sembra orientato l’attuale governo, consapevoli che vi saranno più di 4 milioni di persone che non potranno avere alcun accesso alle cure, perché non in grado di sostenere alcuna assicurazione privata, oppure se intendiamo salvare il Servizio Sanitario Nazionale".
Tra gli interrogativi di Tambellini, "come garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale, come far crescere l’assistenza territoriale in modo da alleggerire la pressione in entrata sugli ospedali e assicurare la continuità di cura dopo la dimissione dall’ospedale e come si controlla la spesa farmaceutica per evitare sprechi; inoltre, qual è il ruolo più efficace della medicina generale e come incrementare la ricerca, in modo da renderci sempre meno dipendenti dai monopoli internazionali della farmaceutica".
Tambellini riferisce che in termini di offerta sanitaria, "secondo i dati riportati dalla stampa nazionale, la Toscana, insieme a quella dell’Emilia Romagna e del Veneto, si colloca ai livelli più alti in Italia e quanto sia valido il servizio sanitario della nostra regione, entro il quale si colloca anche l’ambito lucchese, lo sa bene chi per rilevanti ragioni di salute ha dovuto usufruirne".
M.G.