Sara Perelli va in missione in Africa. Starà sei mesi in corsia a Freetown

La giovane specializzanda in medicina d’urgenza a Pisa afferra il suo sogno di sempre: domani la partenza “Non ho aspettative, so che non sarà facile, ma darò il massimo a fianco dei medici con l’Africa Cuamm“.

Non ci ha pensato un attimo Sara Perelli, 32 anni, specializzanda lucchese in medicina d’urgenza a Pisa. Domani partirà alla volta della Sierra Leone dove trascorrerà sei mesi all’Ospedale di Freetown, capitale del paese, grazie al progetto Jpo (Junior Project Officer) di Medici con l’Africa Cuamm che permette agli specializzandi di fare un’esperienza in Africa, riconosciuta nel loro percorso formativo di giovani medici.

"L’Africa è sempre stata nei progetti e ora finalmente potrò fare quest’esperienza, che mi spaventa ed entusiasma allo stesso tempo – dice Sara -. Parto senza troppe aspettative, perché so che l’ospedale in cui lavorerò è una realtà molto complessa. Avrò a che fare con complicanze da parto, a cui non sono abituata e sono consapevole che dovrò impegnarmi sia per riuscire ad integrarmi nel contesto e sia per riuscire a sperimentare un approccio differente alla medicina".

Il Cuamm è presente in Sierra Leone dal 2012, anno in cui inizia a operare nel distretto di Pujehun. Allo scoppio della terribile epidemia di Ebola nel 2014, decide di rimanere a fianco della popolazione locale e il distretto di Pujehun è il primo a essere dichiarato “Ebola Free”. Da marzo 2016, il Cuamm accetta la richiesta del Ministero della Sanità del paese per intervenire anche a Freetown, la capitale, e rilanciare il Princess Christian Maternity Hospital, dove andrà Sara, la principale maternità che, con i suoi 125 posti letto, è un punto di riferimento e compie oltre 6.500 parti all’anno. La lotta alla mortalità materno-infantile è la nuova sfida da vincere, nel paese con il tasso più alto al mondo di mortalità di mamme e bambini. In questa direzione si inseriscono anche i nuovi interventi nelle aree di Bonthe, Bo e Makeni, sia a livello ospedaliero, che territoriale.

Tre lunghi anni di pandemia hanno purtroppo indebolito un già fragile sistema sanitario e registrato una significativa riduzione dell’accesso agli ospedali. E poi i cambiamenti climatici, la siccità e l’instabilità dovuta ai conflitti. Un terribile circuito vizioso dove povertà, malattia e miseria determinano altra povertà, malattia e miseria. La vita in Africa è una corsa ad ostacoli. E Sara, con le sue competenze e il suo entusiasmo, aiuterà a superarli di slancio.

L.S.