Pochi attimi fatali, una fine terribile cui avrebbero assistito da lontano anche alcuni colleghi. Il grosso carrello elevatore in manovra, carico di carta da macero, lo investe in retromarcia e lo scaraventa a terra, per poi travolgerlo inesorabilmente. E’ la tragica fine di Luca Cavati, operaio di 69 anni, originario di Pescia e residente a Spianate, che da molti anni lavorava nella Cartiera Cardella a San Pietro a Vico con un contratto come “categoria protetta“.
E’ morto praticamente sul colpo ieri mattina verso le 9.30 nel piazzale dell’azienda senza che l’operaio 58enne alla guida del pesante mezzo si accorgesse in tempo della sua presenza. Una scena raccapricciante che ha lasciato sotto choc lui e tutti i colleghi che hanno assistito da lontano al tragico infortunio. Quando hanno dato l’allarme al 118, purtroppo, non c’era già più nulla da fare.
Luca Cavati si occupava in particolare della consegna delle bolle di carico e scarico agli autotrasportatori che movimentano la carta per lo stabilimento di San Pietro a Vico. Lavorava qui da una quindicina d’anni, era un dipendente esperto che conosceva bene l’azienda e le dinamiche interne. Si spostava spesso a piedi dall’ufficio fino alle zone di carico e scarico merci. Anche per questo desta incredulità, nella sua apparente banalità, la dinamica della sconcertante tragedia avvenuta nel piazzale di questa azienda, ritenuta all’avanguardia anche sotto il propfilo della sicurezza.
Sull’accaduto indaga ora la Procura. Il pm Lucia Rugani ha effettuato subito un sopralluogo nella cartiera e ha disposto il sequestro del mezzo e dell’area dell’incidente mortale, affidando al medico legale Stefano Pierotti l’incarico di un primo esame sulla salma. Probabilmente sarà effettuata anche l’autopsia per escludere un eventuale malore precedente. I rilievi sono stati effettuati dalla Polizia scientifica della questura, mentre sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’Ispettorato del lavoro e dell’Asl. Una volta ricevute le varie relazioni, il magistrato valuterà il da farsi. Il conducente del muletto, un 58enne senegalese dipendente di una cooperativa che lavora per la cartiera, è indagato per omicidio colposo, ma dovranno essere chiariti anche altri elementi e accertate eventuali ulteriori responsabilità.
Straziante l’arrivo sul posto dei familiari. La moglie Antonella e la figlia Nagaya sono accorse nell’azienda di via dell’Acquacalda e, comprensibilmente sconvolte, hanno chiesto di poter vedere il loro congiunto. “Ridatemi mio padre”, ha urlato disperatamente la figlia tra le lacrime. Anche il sindaco Mario Pardini, con il capo di gabinetto Beniamino Placido, è arrivato in mattinata in azienda per informarsi di persona sull’accaduto. Il sindaco, visibilmente turbato, ha preferito non rilasciare dichiarazioni sul momento.
Intanto Leonardo Formaciari, sindaco di Porcari sottolinea che "non possiamo permetterci di perdere altre vite. Se è vero che “L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro” allora questo non può comportare 3 morti al giorno. Oggi abbiamo perso tutti. Il nostro pensiero, a nome dell’intera Comunità di Porcari, va ai familiari, ai colleghi e a tutti coloro che conoscevano la persona che, questa sera, non farà ritorno a casa".
"Ci raccogliamo intorno al dolore della famiglia – commenta a sua volta Vittorio Fantozzi, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale – colpita da un lutto così grave. Lasciamo a chi ne ha competenza di stabilire le cause del tragico incidente, che va a colpire una azienda storica, perfettamente inserita nel contesto territoriale e sociale. Questi episodi lasciano in tutti noi un profondo senso di tristezza ma anche la spinta a cercare sempre di più misure e normative che entrino nel merito della sicurezza sui luoghi di lavoro. Molto è stato fatto, tanto rimane ancora da fare".