Sciopero degli avvocati. Nel mirino il pacchetto sicurezza del Governo: "Populista e sbagliato"

Oggi si conclude l’astensione delle camere penali, in corso da lunedì

Sciopero degli avvocati. Nel mirino il pacchetto sicurezza del Governo: "Populista e sbagliato"

Oggi si conclude l’astensione delle camere penali, in corso da lunedì

Da lunedì e fino a tutta la giornata di oggi l’avvocatura penalista è in astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria, proclamata dall’ Unione delle Camere Penali italiane, si tratta di una iniziativa politica di contrasto ai contenuti del nuovo “pacchetto sicurezza”,approvato dalla Camera dei Deputati il 18 settembre 2024. Ieri si è tenuta una conferenza all’interno della sede del consiglio dell’ordine degli Avvocati, tenuta dal presidente Marco Treggi, insieme ai colleghi Maurizio Zerini e Luigi Velani.

"Si tratta di norme che appaiono manifestamente in contrasto con i fondamentali principi costituzionali che regolano il diritto penale e che confliggono in maniera radicale con gli stessi ideali del diritto penale liberale propugnato dall’Unione delle Camere Penali Italiane. - spiega Treggi - Abbiamo pertanto ritenuto di dover porre il Parlamento di fronte a questa evidenza in quanto il “pacchetto sicurezza“ rivela una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, mira ad utilizzare il diritto penale come strumento di repressione invece di adottare misure amministrative che mirino a prevenire e non reprimere con pene sproporzionate, condotte espressione di disagio sociale, adottando così nuovi reati, un innalzamento delle pene e l’introduzione di nuove circostanze aggravanti".

"L’Unione ha denunciato come i principi di ragionevolezza - proseguono gli avvocati -, di proporzionalità e di offensività, propri del diritto penale liberale al quale dovrebbe tendere ogni moderno Stato di diritto, sono stati travolti evidentemente travolti, mediante l’instaurazione di un sistema deliberatamente impostato sull’impronta di un “diritto penale del nemico” e su di una responsabilità da “colpa d’autore”, nella quale la stigmatizzazione penale si attiva non per “quello che si fa”, ma per “quello che si è“".

"Si tratta di decisioni populiste, che porta ad uno sbagliato utilizzo del diritto penale solo per tutelare una propaganda elettorale - concludono-. Aumentare le pene è a costo 0, pensare alla prevenzione, invece, costa".

Iacopo Nathan