
Lo stabilimento dove dovrebbe sorgere l’impianto di smaltimento pannoloni
"La società che si dovrebbe occupare dell’impianto di pannolini e assorbenti a Capannori, gestendo 20 milioni di euro di soldi pubblici sembrerebbe essere una società con due soli dipendenti e appena 13 mila euro di capitale". Lo rende noto il coordinamento comitati ambientali della Piana che si dice sempre più preoccupato per le sorti dell’impianto che verrà ad impattare sul territorio.
"Apprendiamo che I-Foria è la proprietaria della tecnologia di cui si avvarrà Retiambiente per la costruzione dell’impianto che dovrebbe riciclare i pannoloni. Questo nome, guarda caso esce fuori dal cilindro proprio il 28 marzo – sottolinea Liano Picchi del Coordinamento –, quando Retiambiente e Legambiente, con sospetto tempismo, incitavano sui quotidiani e si attendevano in giornata l’approvazione dell’impianto dalla conferenza regionale dei servizi. Cosa che, per fortuna nostra e forse anche loro date le responsabilità in gioco, non è avvenuta". Picchi chiede perché il nominativo sia trapelato solo adesso.
"Forse – evidenzia ancora – perché avremmo avuto il tempo di scoprire cose che una volta conosciute ci avrebbero lasciato ancora più perplessi? E soprattutto dovrebbero lasciare ancora più dubbiosi coloro che sono preposti a valutare l’impianto? Dall’estratto della Camera di Commercio risulterebbe che l’amministratore unico di I-Foria è Somma Marcello, guarda caso era il direttore capo per l’innovazione tecnologica della Fater di Spresiano di Treviso, il cui impianto simile a quello che si vuole costruire è stato chiuso e smantellato da oltre due anni. Ed era anche quell’azienda che Del Chiaro ed Ercolini sembra visitarono, assieme ad altri consiglieri, poco prima della sua chiusura, indicandola poi per la sua perfetta funzionalità. Forse, per un caso, Fater e I-Foria hanno anche in comune la loro sede a Pescara".
Secondo il coordinamento dei comitati, più preoccupante è che: "Sia una società costituita da poco più di un anno, con un capitale sociale di appena 13 mila euro e due soli dipendenti. "Poiché per la sola costruzione dell’impianto – prosegue – verranno spesi oltre 20 milioni di euro di soldi pubblici, ci chiediamo, se non dovesse funzionare a chi li richiediamo indietro? Notoriamente una società di capitali ne risponde con il solo capitale sociale (in questo caso 13 mila euro), e gli altri 19 milioni e 987 mila euro? Molte altre cose le spiegheremo giovedì sera all’assemblea che terremo a Porcari all’auditorium Da Massa Carrara a chi vorrà intervenire".
B.D.C