Lucca, 18 luglio 2016 - Salta e balla, ma pensa, anche. Con molta semplicità, questo è il rap. Ieri sera, in piazza Napoleone, erano in 1500, più o meno, per l’evento «Volevi il rap», esclusivo per il Lucca Summer Festival. In tanti però, soprattutto giovanissimi, si sono accontentati di ascoltarela musica e di sbirciare le immagini del maxischermo, piazzandosi in piazza del Giglio, proprio sotto la nostra redazione. Sul palco, uno dopo l’altro, quattro protagonisti della scena rap italiana, per la prima volta tutti insieme nella stessa serata.
Il ghiaccio lo ha rotto Clementino: il rapper napoletano, con ottima comunicativa, ha infiammato i fan da subito e in un «freestyle» ha citato alcuni locali cittadini (più le Mura) che lo avevano ospitato prima del concerto. Poi «Quando sarò lontano (presentata a Sanremo 2016)» e «Me siente», con dedica a Pino Daniele. Il testimone è poi passato a Guè Pequeno, dal suono molto più duro e con un set più scarno. Il terzo a scendere in pista è stato Marracash («In Radio» e «Santeria», numero uno oggi nei singoli, con Guè Pequeno) e infine Fabri Fibra, il più «anziano» in notorietà («Applausi per Fibra» è del 2006). I quattro artisti, amici e collaboratori l’uno dell’altro, si sono poi uniti per una performance collettiva, nella miglior tradizione improvvisativa del genere. Il rap rimane comunque un settore di nicchia, seguitissimo dai più giovani, che scende però spesso proprio in mezzo a loro, nei club o nelle discoteche di tendenza, appunto privilegiati rispetto ad arene e altri spazi aperti.