PAOLO MANDOLI
Cronaca

Sforamenti di polveri sottili. Un problema vecchio di 40 anni

Da decenni si ripetono i superamenti dei livelli di inquinanti dell’aria senza che ci sia una vera soluzione

Sforamenti di polveri sottili. Un problema vecchio di 40 anni

Sforamenti di polveri sottili. Un problema vecchio di 40 anni

Da oltre 40 anni la pianura di Lucca ha conquistato il triste primato della zona più inquinata della Toscana se guardiamo alle polveri sottili PM10. Un doppio primato negativo, relativo sia al numero di giorni di superamento dei livelli di legge sia alla media giornaliera di Pm10 misurata in microgrammi per metro cubo. La stazione di Capannori, individuata come riferimento nella pianura lucchese tra le stazioni urbane di fondo, ha avuto spesso il primato assoluto in Toscana con medie, secondo gli anni, fra 29 e 33 microgrammi per metro cubo a fonte del valore raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità di appena 15 microgrammi per metro cubo. Lo scorso anno in questa classifica siamo stati superati, in realtà di poco, da due centraline della zona di Firenze.

D’altra parte nella Piana non viene rispettato il limite relativo al numero massimo (35) di superamenti annui della media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo nella stessa stazione di Capannori ormai per il settimo anno consecutivo e ciò rappresenta l’unico sito di criticità regionale per il particolato Pm10.

In realtà il fenomeno è datato almeno 15 anni prima della nascita dell’Agenzia Arpat. Già agli inizi degli anni ottanta, ai tempi del precedente Servizio multizonale di prevenzione dell’Usl le centraline fisse o mobili sfornavano dati poco lusinghieri circa i livelli di inquinamento dell’aria da polveri sottili (PM10) soprattutto nei mesi invernali. Le caratteristiche fisiche della pianura di Lucca non favoriscono infatti la dispersione degli inquinanti. Questo è un fenomeno ormai ben descritto. Nella pianura lucchese questa emergenza dell’aria non è limitata a una sola fabbrica che emette una nube tossica oppure a una o più cartiere. Il superamento delle soglie di inquinamento da polveri sottili si lega alle multiformi attività umane, civili e industriali, mettendo dunque in gioco anche il riscaldamento domestico e il traffico automobilistico. Lo sviluppo industriale avvenuto fra il 1950 e gli anni ottanta ha portato a quel benessere economico che non ha considerato gli effetti dell’inquinamento di aria, acqua e suolo, fino agli attuali rischi da inquinamento che richiedono una nuova attenzione all’ambiente ma anche la consapevolezza che difficilmente si potranno limitare la crescita economica e i bisogni dei cittadini.

Tutti gli studi in materia di inquinamento dell’aria hanno evidenziato come per la pianura di Lucca le condizioni di fragilità sono legate alle emissioni derivanti dagli insediamenti produttivi, dal traffico e dalle funzioni connesse con la residenza. Si tratta dunque di problemi da affrontare sempre più negli strumenti urbanistici comunali.

Non possiamo dimenticare che ai più alti livelli di inquinamento dell’aria si abbinano tipicamente i periodi di maggiore siccità. Il report 2023 dell’Arpat indica infatti che "dal confronto tra i valori medi registrati nel 2023 e quelli dei due anni precedenti si nota che i valori medi per la maggior parte delle stazioni sono stati leggermente inferiori rispetto al 2022 in cui si era registrato un aumento dal 2021". Infatti nel 2023 sono stati registrati più alti valori di pioggia rispetto alla siccità del 2022.

Nella Piana ieri è stata raggiunta la condizione 2 per l’"indice di criticità per la qualità dell’aria" (Icqa). Il valore 2 somma il numero di giorni di superamento di PM10 rilevati e il numero di giorni con condizioni meteo favorevoli all’accumulo degli inquinanti, ovvero il numero di giorni con previsioni meteo critiche, se risulta maggiore o uguale a 7. Ciò comporta che i Comuni dell’area dovranno adottare ulteriori provvedimenti definiti nei rispettivi piani di azione comunale.