
Due momenti della cerimonia di ieri mattina fuori Porta Sant’Anna (foto Alcide)
"Qui sono passate migliaia di donne che attraverso il lavoro hanno ottenuto la propria indipendenza. Qui è passata la storia dell’emancipazione femminile". Con queste parole la professoressa Simonetta Simonetti ha commentato entusiasta l’intitolazione della rotatoria fuori Porta Sant’Anna, da ieri ufficialmente dedicata alle “Sigaraie, filandine e lavoratrici lucchesi“. Un luogo non casuale dato che, proprio quella, era la via di accesso al centro storico per le operaie che quotidianamente raggiungevano la Manifattura Tabacchi, dove entravano trafelate al suono della sirena ‘la boccalona’ per poi trascorrere ore e ore chine al banco a realizzare con le loro piccole mani i sigari.
"Grazie a questo lavoro abbiamo sostentato la nostra famiglia e ottenuto la nostra indipendenza – hanno raccontato Paola Orsi e Annamaria Fanucchi, appartenenti all’ultima generazione di sigaraie -. Siamo entrate verso la fine degli anni Settanta, e abbiamo trascorso qui in pratica tutta la nostra vita. Eravamo tante, determinate e lavoratrici instancabili".
Dopo un lungo iter che affonda le radici nella precedente amministrazione, il ‘sì’ bipartisan alla mozione presentata in consiglio comunale e il lavoro della commissione toponomastica queste storie hanno ora una ‘pietra di inciampo’ alle porte della città.
"È un’intitolazione importante - hanno spiegato il sindaco Mario Pardini e l’assessore Moreno Bruni durante la cerimonia -, che parte dalla figlia stessa di una sigaraia, Simonetta Simonetti, e che attraverso un percorso condiviso porta oggi a dare il giusto riconoscimento alle donne che hanno fatto e fanno la storia della nostra città".
L’intitolazione alle sigaraie è stata infatti anche l’occasione per rendere omaggio a tutte le lavoratrici, come le filandine, le donne della Cucirini Cantoni, le operaie dello iutificio e del cotonificio e di tutte coloro che hanno prestato la propria opera a bottega e nei mercati. Testimonianze, dunque, di storie locali di emancipazione femminile attraverso il lavoro.
"Oggi la nostra città ha un luogo dedicato alle sigaraie, alle filandine e alle lavoratrici lucchesi grazie a una mozione consiliare che il centrosinistra ha presentato e che è stata approvata all’unanimità - sottolinea il consigliere Daniele Bianucci -. Il merito va però tutto alla ricercatrice Simonetta Simonetti, che ha lanciato l’idea, che noi abbiamo semplicemente raccolto. Per noi è importante fare memoria del lavoro femminile lucchese, che è stato motore di emancipazione e piena uguaglianza".
Adesso l’auspicio della professoressa Simonetti è quello che l’ormai ex Manifattura Tabacchi diventi un punto di riferimento e di memoria collettiva per il lavoro femminile. Qui tra gli anni Venti e Trenta del 1900 lavoravano infatti circa 3000 persone, la maggioranza delle quali donne.
"L’enorme fabbrica dell’ex Manifattura è un cumulo enorme di storia e di memoria collettiva - conclude Simonetti -. Migliaia e migliaia di donne entravano qui e venivano ‘ingoiate’ in pochi attimi dal portone grigio. Una volta entrate cominciarono con sacrificio a sentirsi a casa a maturare la consapevolezza di appartenere a una categoria indispensabile alla fabbrica e alla famiglia. Ora che quelle voci non ci sono più, è importante che le loro storie siano ricordate".
Jessica Quilici