Sit-in di imprenditori e lavoratori "Basta falsità nei nostri confronti"

Stamani ci sarà un presidio all’esterno di cinque impianti "Gravi insinuazioni: da sempre. tuteliamo il territorio"

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"Non è consuetudine per gli imprenditori rispondere alle provocazioni, ma contro di noi sono state dette troppe falsità: ora basta". Agostino Pocai, presidente del consorzio Cosmave, che ha sede a Pietrasanta, fa questa premessa per annunciare il presidio pacifico che si terrà stamani alle 10 all’esterno di cinque cave su iniziativa delle aziende Cosmave, alla presenza di imprenditori, collaboratori, consulenti, lavoratori e famiglie di tutto il settore del marmo apuoversiliese. "L’obiettivo – dice Pocai – è mostrare l’unità e il reciproco sostegno e rispetto volto, ormai da secoli, a salvaguardia del territorio, della sua storia, della sua economia e della sua ricchezza professionale, culturale e sociale". Le cave prescelte sono la Tavolini a Levigliani (Stazzema), le Cervaiole al Cipollaio (Seravezza), la Piastranera a Filucchia (Stazzema), la Storica Collettino ad Arni (Stazzema) e la Padulello-Biagi a Piastramarina (Massa).

"Purtroppo, nelle ultime settimane – ricorda Pocai – l’associazione ’Apuane Libere’ si è resa protagonista di gravi affermazioni e gravissime insinuazioni che, nel tentativo di danneggiare l’industria del marmo, che non hanno risparmiato istituzioni come la magistratura, i carabinieri del Corpo forestale e il presidente della Regione Eugenio Giani. Alcuni degli associati sono stati definiti come una cupola mafiosa e predatori, ovvero i ’prenditori del marmo’. E nessuno è stato risparmiato: dai cosiddetti ’poteri forti’, che nessuno sa bene chi siano, ai parlamentari di Forza Italia e persino la Cgil, definita ’serva dei padroni’ per essersi mobilitata a difesa del comparto del marmo e del lavoro delle migliaia di persone oneste che tutti i giorni prestano la loro opera con orgoglio e passione". Tra le “falsità“ che secondo Pocai l’associazione ha diffuso sui giornali e sui social ci sarebbero le chiusure delle cave grazie alle loro segnalazioni, mentre in realtà ciò non sarebbe mai avvenuto: "Ad oggi non c’è alcuna cava chiusa: quelle autorizzate nelle aree contigue stanno lavorando in piena legittimità e nel totale rispetto delle leggi, così come hanno sempre fatto". Pocai ricorda, in proposito, che le aziende seguono le disposizioni "molto stringenti" che regolano le attività di estrazione in area contigua e che le cave comprese nelle aree contigue del parco delle Apuane "sono lì da secoli e sono soggette a continue e complesse regolamentazioni come il Pabe, strumento attuativo del Piano paesaggistico della Toscana".

Di fronte a quella che viene definita "campagna diffamatoria", gli imprenditori, i lavoratori, i collaboratori e le famiglie di chi presta la propria opera nel settore del marmo dicono "basta". "Chiediamo rispetto – conclude – e ricordiamo la centralità delle cave, indispensabili per poter garantire i livelli occupazionali in tutte le aziende. Ci sono intere comunità nell’entroterra apuoversiliese che abitano piccole frazioni montane, ammirate come modelli da seguire, che prosperano e possono guardare con speranza al futuro grazie alle cave".