REDAZIONE LUCCA

S(k)in, acido sull’anima. Storie di donne sfregiate nel reportage di Da Costa

Presentata ufficialmente la mostra del fotografo lucchese a . Palazzo Ducale, che racconta la condizioni di tantissime giovani dell’India.

S(k)in, acido sull’anima. Storie di donne sfregiate nel reportage di Da Costa

La presentazione di “S(k)in, l’acido sull’anima“ a Palazzo Ducale

"Non sono una vittima dell’acido, rappresento la vittoria".

Parole e immagini toccanti, crude, brutali ma anche cariche di speranza quelle ascoltate e viste ieri nei locali dell’Antica Armeria di Palazzo Ducale in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica intitolata “S(k)in, l’acido sull’anima”. Splendidi scatti in bianco e nero, quelli del fotografo Marino Da Costa, che hanno documentato - attraverso un reportage in India - le condizioni di vita delle vittime, soprattutto donne, degli attacchi con l’acido. Una piaga senza fine, che solo negli ultimi cinque anni ha contato oltre 1000 volti sfregiati.

Presenti all’inaugurazione della mostra, promossa dalla Provincia di Lucca e che sarà visitabile ad ingresso libero fino al 6 dicembre, anche la consulente per le pari opportunità Teresa Leone, il consigliere provinciale Federico Gilardetti, il vicepresidente Andrea Carrari e l’assessore del Comune di Lucca Simona Testaferrata. "Il 25 novembre è tutti i giorni dell’anno. Per superare la piaga della violenza sulle donne è necessario combattere insieme, donne e uomini - ha commentato Leone - E’ un onore ospitare negli spazi della Provincia questa mostra, un’occasione per dimostrare gli effetti e la brutalità di certe violenze. Uno sguardo che purtroppo ci riporta anche al quotidiano, nel nostro Paese. Stiamo lavorando per portare questa mostra anche fuori dal nostro territorio".

"Un’iniziativa importante presa a molto a cuore dal nostro consiglio provinciale - hanno aggiunto Carrari e Gilardetti - Siamo d’accordo con Teresa: dobbiamo impegnarci tutto l’anno per sensibilizzare la società contro la violenza di genere". "Attraverso la fotografia si può percepire il dolore di queste vite sfregiate - ha concluso Testaferrata - La sentenza degli ultimi giorni arrivata dopo il femminicidio di Giulia Tramontano è stata importante, perchè ci ha dimostrato che la giustizia può arrivare. Ringrazio il fotografo per averci regalato le storie di queste donne".

Oltre alle foto, durante l’inaugurazione è stata proiettata anche una emozionante video intervista fatta a Daulat, donna che dopo un attacco di acido da parte del marito della sorella, nonostante la paura, i momenti di sconforto e un corpo non più suo, non si è lasciata abbattere, combattendo anche per i diritti degli uomini vittime di violenza. "Ho visto questa intervista numerose volte - ha detto il fotografo, commosso - e ancora oggi mi chiedo come possa aver trovato la forza di lottare per i diritti di noi uomini, che con la nostra violenza l’abbiamo ridotta a una vita piena di difficoltà". Daulat, a cui per diverso tempo non è stato permesso nemmeno di specchiarsi, ha raccontato che sono state soprattutto le donne a crearle problemi. "Tante mi dicono di coprire le cicatrici o mi chiedono perchè io non lo faccia" ha raccontato.

Una violenza tra donne, spesso vittime degli stessi schemi, che purtroppo abbiamo riportato anche i giorni scorsi sulle pagine del nostro quotidiano. Alla mostra sarà possibile anche fare una donazione alla Ong Acid Survivors Saahas Foundation (ASSF) di Mumbai, che dal 2016 offre sostegno alle vittime di attacchi con l’acido fornendo loro assistenza medica, consulenza legale e supporto psicologico.

Giulia Prete